Senegal, scontri per la condanna di Sonko: almeno nove morti

Almeno nove persone sono state uccise in Senegal nelle violenze scoppiate ieri dopo la condanna a due anni di reclusione del capo dell'opposizione Ousmane Sonko, candidato alla presidenza e minacciato di ineleggibilità

Senegal

Almeno nove persone sono state uccise in Senegal nelle violenze scoppiate ieri dopo la condanna a due anni di reclusione del capo dell’opposizione Ousmane Sonko, candidato alla presidenza e minacciato di ineleggibilità. Lo rende noto il ministro dell’Interno, Antoine Diome.

Senegal, scontri per la condanna di Sonko: almeno nove morti

“Abbiamo preso atto con rammarico della violenza che ha portato alla distruzione di proprietà pubbliche e private e, purtroppo, a nove morti a Dakar e Ziguinchor”, ha detto il ministro alla televisione nazionale. Diome ha inoltre confermato che le autorità hanno limitato l’accesso ai social network nel Paese, come osservato ad esempio per Facebook, WhatsApp e Twitter. “Preso atto della diffusione di messaggi odiosi e sovversivi sui social, lo Stato del Senegal in tutta sovranità ha deciso di sospendere temporaneamente l’uso di alcune applicazioni digitali”, ha affermato il ministro facendo un appello alla calma e assicurando che lo Stato sta adottando “tutte le misure di sicurezza necessarie”. Il servizio di monitoraggio internet Netblocks ha dichiarato di aver osservato una “situazione che assomiglia a quella vista nel 2021”.

Sonko, terzo alle elezioni presidenziali del 2019 e il più feroce oppositore del presidente Macky Sall, è stato condannato ieri da una camera penale a due anni di carcere per “corruzione di giovani”, un reato che consiste nel promuovere “la dissolutezza di un minore di 21 anni”. Alla luce del codice elettorale del Senegal, la decisione sembra comportare l’ineleggibilità di Sonko. Il leader d’opposizione era assente quando la sentenza è stata pronunciata. Si presume che sia stato bloccato dalle forze dell’ordine nella sua abitazione di Dakar, “sequestrato” secondo lui. Nella capitale e in diverse altre città del Paese sono scoppiati disordini già prima della deliberazione.

L’Università di Dakar ha preso l’aspetto di un campo di battaglia. Gruppi di giovani si sono scontrati con sassi contro la polizia, che ha risposto con gas lacrimogeni. Diversi autobus della facoltà di Medicina, del dipartimento di Storia e della principale scuola di Giornalismo del Senegal sono stati incendiati e gli uffici saccheggiati.

Fonte: Ansa