Inciampa lungo un sentiero nel Bellunese: donna precipita e muore

E' il secondo incidente mortale nel bellunese: un escursionista è morto lo scorso 8 maggio dopo essere precipitato dal Picco di Roda

Un’escursionista di 55 anni di Feltre (Belluno) è morta dopo essere ruzzolata una cinquantina di metri dal sentiero numero 801, che va dal Rifugio Dal Piaz al Rifugio Boz nel bellunese. La donna stava percorrendo un tratto dell’Altavia numero 2 quando, passando sotto la cima del Monte Zoccarè Alto, verso la Val Canzoi, è caduta.

L’amica che si trovava con lei l’ha vista inciampare e cadere di lato, vedendola ruzzolare, e ha chiamato i sanitari del Suem 118 non vedendola risalire e non ricevendo risposta ai richiami.

L’elicottero del Suem di Pieve di Cadore, dopo aver individuato il luogo dell’incidente e aver calato con un verricello il tecnico del Soccorso alpino, è volato alla piazzola di Soranzen a imbarcare altri tecnici di Feltre. I soccorritori sono quindi scesi nel punto in cui si trovava il corpo ormai senza vita della donna, mentre il tecnico di elisoccorso provvedeva al recupero dell’amica rimasta sul sentiero. Ottenuto il nulla osta dalla magistratura per la rimozione, la salma è stata imbarellata per essere poi trasportata a Soranzen e affidata al carro funebre. Sul posto i familiari e i Carabinieri.

Il precedente pochi giorni fa

Sempre nel bellunese, un altro escursionista è morto lo scorso 8 maggio dopo essere precipitato dal Picco di Roda. Era stato lo stesso escursionista a chiamare il 118 dicendo di essere caduto dal Picco di Roda, di essersi fatto male e che stava scivolando.

L’escursionista si trovava in prossimità della cima, quando ha perso l’equilibrio scivolando lungo la ripida parete laterale, da dove ha potuto solo lanciare l’ultimo allarme, prima di ruzzolare tra le rocce. L’uomo non aveva infatti improvvisamente più risposto alle chiamate della Centrale, che cercava di localizzarlo. Fornite le coordinate della cima, l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha avviato il sorvolo, individuando purtroppo il corpo senza vita dell’uomo sotto un salto di roccia, un centinaio di metri più basso del sentiero di cresta. Il corpo è stato poi trasportato al campo di calcio di Nebbiù, per essere affidato al carro funebre.