F1, bis Verstappen: trionfo a Suzuka sotto il diluvio, il Mondiale è suo

Bomba d'acqua sul Gp del Giappone: gara ferma dopo 3 giri e finita dopo 29. Leclerc, penalizzato di 5'', finisce terzo: Verstappen vince ed è campione

Max Verstappen
Foto ©Image Sport

Max spazza via le nubi. Trionfa a Suzuka, battendo Leclerc e il diluvio, la paura e i rivoli d’acqua in pista, l’interruzione per due ore dopo tre giri e la bandiera rossa. L’olandese è campione del mondo, “premiato” dalla penalità affibbiata al monegasco ferrarista e dal punteggio pieno assegnato al termine della corsa dopo soli 29 giri. Un epilogo inevitabile, nonostante la gara generosa di Leclerc, che si auto-sgambetta con il taglio della chicane. Verstappen legittima tutto, la sua leadership tecnica e quella in pista, una sapienza sempre più consapevole nella gestione della vettura anche in condizioni proibitive. E anche il Gp thriller del Giappone va in archivio, nonostante qualche spavento di troppo durante l’ondata di maltempo che ha allagato la pista.

Verstappen campione

Quasi non ci credeva Verstappen, convinto di dover rimandare la festa al Circuito delle Americhe, il prossimo 23 ottobre. Quando sul tabellone, alle sue spalle, anziché Charles Leclerc compare Sergio Perez, il quadro diventa chiaro. Col monegasco retrocesso in terza posizione per i 5” di penalità (taglio dell’ultima chicane) Max si prende il Mondiale e il cielo grigio diventa improvvisamente un dettaglio. Perché in fondo è stato lui il vero protagonista, lui a decidere l’interruzione del Gp dopo soli 3 giri e a decretarne la conclusione con 24 di anticipo. La Red Bull festeggia in casa Honda, dopo due ore estenuanti e con il risultato forse meno atteso. Al termine anticipato di un Gran premio che si era messo male fin da subito, letteralmente inondato da una pioggia ormai vera variabile impazzita in questo sport.

Trattori in movimento, furia Gasly

La classifica finale, tolto il quarto posto dell’Alpine di Ocon, è un compendio di vecchie glorie: Hamilton, Vettel e Alonso, in rigoroso ordine di arrivo. Gli unici a tenere botta, pur senza aver molto da dire. Sfortunato l’altro ferrarista, Carlos Sainz, fuori al primo giro per incidente dovuto ad aquaplaning. Eppure fortunatissimo a uscire illeso dalla sua sosta forzata di traverso in mezzo alla pista. “Ero nelle mani di Dio – dirà più tardi -. Sapevo che gli altri arrivavano a tutta velocità e non mi vedevano bene”. Altrettanto paurosa l’uscita di pista di Pierre Gasly, che centra un pannello finito in pista proprio dopo l’impatto del ferrarista. E furioso con la direzione di gara per la presenza di un trattore in movimento a bordopista in fase di neutralizzazione. Uno di quei mezzi che, proprio su questo circuito, colpì Jules Bianchi, uscendo di pista, nel 2014, in un impatto che si sarebbe rivelato fatale per il giovanissimo pilota. Sotto indagine, però, ci è finito lo stesso Gasly, sotto osservazione per eccessiva velocità.