Conserve fatte in casa, un italiano su cinque tra fornelli e vasetti

Il rito del "fai da te" piace pure ai più giovani, attenti alla sostenibilità anche alla luce degli effetti del cambiamento climatico

Foto di Didier da Pixabay

Una famiglia italiana su cinque (21%) si mette in questi giorni di settembre ai fornelli con pentole e vasetti per preparare marmellate, passate, sottoli e sottaceti in vista dell’autunno e garantirsi un’alimentazione più genuina naturale, 100% made in Italy, riducendo gli sprechi.

L’analisi

L’analisi viene da Coldiretti/Ixe’ in occasione della giornata promossa nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica in tutta Italia a partire da quello del Circo Massimo a Roma, con i cuochi contadini impegnati a dimostrazioni pratiche su come realizzare tra le mura domestiche la “conserva perfetta“.

Giovani all’opera

La passata di pomodoro è il prodotto più popolare tra i patiti del fai da te, seguita da sottolio e sottaceto e dalla classica marmellata. Ma la sorpresa è che la preparazione delle conserve trova i più assidui sostenitori nella fascia di età tra i 18 e i 34 anni, a testimonianza – secondo Coldiretti – di una tendenza tra i giovani a recuperare le ricette della tradizione e ad una maggiore attenzione alla sostenibilità e alla genuinità di quanto si porta in tavola. Un’esigenza spinta anche dagli effetti dei cambiamenti climatici che rischiano di impattare pesantemente sulla disponibilità di alcuni prodotti.

Regole e sicurezza

Ogni tipo di conserva ha le sue precise regole di preparazione. L’attività di trasformatori “fai da te”, comunque – puntualizza la Coldiretti -, comporta l’osservanza di precise regole in quanto la sicurezza degli alimenti conservati parte dalla qualità e sanità dei prodotti utilizzati, ma non può prescindere da precise norme di lavorazione che valgono per il settore agroindustriale, ma anche per i consumatori casalinghi, soprattutto nella fase della sterilizzazione. Per tutti i prodotti la pria regola è scegliere frutta di qualità, meglio se 100% italiana e direttamente dagli agricoltori, poiché è la più sicura e assicura il rispetto di precise regole sulla tutela dell’ambiente e della qualità. Un modo anche per garantirsi la certezza dell’origine – ricorda Coldiretti – poiché l’obbligo dell’indicazione della provenienza in etichetta c’è sulla passata di pomodoro ma manca ancora per confetture, marmellate e conserve vegetali. Da qui la mobilitazione della Coldiretti per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza con l’introduzione dell’etichettatura obbligatoria dell’origine su tutti i prodotti alimentari in commercio nella Ue.

Fonte Ansa