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Antigone: “85 suicidi nel 2022, anno peggiore di sempre. Sovraffollamento al 119%”

Il 2022 è stato l’anno in cui nelle carceri italiane si sono registrati più suicidi di sempre, con 85 persone che si sono tolte la vita, quasi una ogni quattro giorni. E’ quanto si legge nel diciannovesimo Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione. Negli istituti penitenziari i suicidi sono stati 23 volte superiori rispetto ai suicidi in libertà. Delle 85 persone che si sono tolte la vita, 5 erano donne e 36 stranieri.

Carceri, Antigone: “Sovraffollamento al 119%”

Oltre 9 mila detenuti in più rispetto alla capienza effettiva delle carceri. Nel suo XIX rapporto sulla detenzione, intitolato “E’ vietata la tortura” e presentato in una conferenza stampa, l’associazione Antigone richiama l’attenzione sul sovraffollamento “crescente” dei penitenziari, il cui tasso medio effettivo è del 119%, il che significa che per circa il 20% dei detenuti vi è una sistemazione precaria. Un dato corretto al rialzo rispetto al tasso ufficiale (110,6%), che non tiene conto dei posti non effettivamente disponibili. In cifre, a fronte di una capienza ufficiale di 51.249 posti, i presenti nelle nostre carceri al 30 aprile erano 56.674, il che equivale a 5.425 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare. Ai posti regolamentari vanno però sottratti quelli non disponibili, che attualmente sono pari a 3.646.

La maglia nera spetta alla Lombardia dove il sovraffollamento è pari al 151,8%, seguita dalla Puglia (145,7%) e dal Friuli Venezia Giulia (135,9%). Ma è l’intero Paese a sfigurare in Europa, dove solo Cipro e Romania hanno tassi di sovraffollamento maggiori di quello italiano. A livello di istituti, il carcere più affollato è Tolmezzo (190,0%), seguito da Milano San Vittore (185,4%), da Varese (179,2%) e da Bergamo (178,8%). I detenuti crescono circa 5 volte di più rispetto alla crescita dei posti. Dal 30 aprile 2022 la capienza ufficiale è cresciuta dello 0,8%, mentre le presenze sono cresciute del 3,8%. Sul sovraffollamento, nota il rapporto, pesa la custodia cautelare, che è pari al 26,6% del totale.

E’ in calo rispetto al passato ma più alta rispetto alla media europea. Ma un ruolo lo giocano anche la quantità di pene brevi che non si traducono in misure alternative, come ha evidenziato il presidente di Antigone Patrizio Gonnella. Al 30 aprile dei 56.674 presenti 7.925, il 13,9%, erano in attesa di primo giudizio, 3.629 (6,4%) gli appellanti e 2.458 (4,3%) i ricorrenti. I definitivi erano 41.628, il 73,4% dei presenti, e gli internati in case di lavoro o colonie agricole erano 282.

Antigone: “Non si facciano passi indietro sul reato di tortura”

Non si faccia nessun passo indietro sul reato di tortura. La netta richiesta arriva dall’associazione Antigone, che oggi ha presentato il suo XIX rapporto sulle condizioni di detenzione in Italia , intitolato non a caso “E’ vietata la tortura, e che riassume l’esito delle visite in un centinaio di carcere compiute nel 2022. “La violenza esiste ancora. Sulla tortura si è riaperto un dibattito a soli 6 anni dall’introduzione del reato. Ci batteremo perché questa legge non venga toccata, perché questo significa mandare a monte i processi” e far giungere “un messaggio culturale devastante” agli operatori di polizia, ha detto il presidente di Antigone Patrizio Gonnella.

Fonte: Ansa

redazione

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