Yemen, si dimettono Presidente e Primo Ministro

Dopo il colpo di stato messo in atto dai ribelli sciiti, il governo guidato da Khaled Bahah ha presentato le dimissioni al presidente dello Yemen Abd-Rabbu Mansour Hadi – al potere dal 2012 – che sui è dimesso a sua volta dopo poche ore. Ma il Parlamento, al momento ha rifiutato la sua decisione. Yahia al Raie, il presidente del parlamento yemenita, ha convocato per sabato un’assemblea urgente per decidere se accettare o meno le dimissioni del Presidente Hadi.

Ma se il Parlamento fa fatica ad accettare la decisione di quello che potrebbe essere l’ex presidente dello Stato, dall’altro canto i ribelli Houthi hanno accolto con favore la decisione. “Una buona notizia per tutti gli yemeniti”, così ha commentato l’evolversi della situazione uno dei capi dei ribelli, Abu al-malek Yousef al-Fishi. Ora, dopo aver conquistato il palazzo presidenziale – dove durante gli scontri sono morte 35 persone e altre 94 sono state ferite – i ribelli sciiti chiedono che venga formato un consiglio presidenziale dove siano inclusi i rappresentanti dell’esercito, forze di sicurezza, e comitati popolari “in modo che tutti partecipino alla gestione di quel che resta del periodo di transizione”.

Anche a Washington – che solo qualche mese fa aveva definito lo Yemen come un “modello per gli stati arabi – la situazione del golpe di Stato crea preoccupazioni. Infatti quello che gli Stati Uniti temono è che lo Yemen venga frammentato, favorendo così l’aumento dell’influenza dell’Iran da un lato, e dall’altro si teme che la frangia di al-Qaeda nella Penisola Araba possa acquistare maggiore forza.