Video sessista, Clinton vola nei sondaggi. Per Trump ora è dura

Il video del 2005, pubblicato dal Washington Post, che mostra Donald Trump fare commenti offensivi sulle donne potrebbe mettere una pietra tombale sulle ambizioni del candidato repubblicano alla Casa Bianca. Stando ai sondaggi di Nbc/Wall Street, dopo che la clip è stata messa online, la popolarità di Hillary Clinton è schizzata al 46%, lasciando il rivale indietro di ben 11 punti (35%). E la forbice potrebbe essere più ampia se si pensa che l’indagine non tiene conto dell’ultimo dibattito, vinto dall’ex first Lady.

Fino all’ultimo voto

Trump ha incassato il colpo ma ha ribadito di non voler mollare sino al giorno delle elezioni e ha detto di non temere l’annunciata pubblicazione di nuove registrazioni. “Se usciranno altri filmati con espressioni inappropriate, noi continueremo a parlare delle cose inappropriate che Bill e Hillary Clinton fanno” ha avvertito il miliardario durante un evento elettorale andato in scena in Pennsylvania. Secondo il candidato repubblicano il prossimo 8 novembre avrà un impatto storico, “come la Brexit” ha annunciato.

Imbarazzo

Trump, tuttavia, imbarazza sempre più il partito Repubblicano. Tanto che Paul Ryan, Speaker della Camera dei Rappresentanti, ha dovuto serrare i ranghi, invitando i parlamentari a “fare ciò che è meglio” per i rispettivi distretti. Ryan vorrebbe scaricarlo ma preferisce non ritirare il suo appoggio formale al candidato repubblicano per il timore di perdere la maggioranza alla Camera e concedere la vittoria alla democratica Hillary. Ma non lo difenderà più e non farà più campagna elettorale con lui. “Paul Ryan dovrebbe dedicare più tempo a riequilibrare il bilancio, ai posti di lavoro e all’immigrazione illegale, piuttosto che a contrastare il nominato repubblicano” ha commentato il magnate del real estate, via Twitter.

Ex rivale

“Sostengo il candidato repubblicano perché ritengo che Hillary Clinton sia un assoluto disastro” ha detto invece l’ultra conservatore senatore del Texas Ted Cruz, acerrimo rivale di Trump, deciso a non ritirare dell’endorsement seguendo il principio del “male minore”. E la pubblicazione del video, ha fatto capire, non cambia le carte in tavola.

Il dato dei social

Il “pussygate”, lo scandalo che ha inchiodato Trump, non è passato inosservato nemmeno sui social network. Su Twitter, spiega www.ilsocialpolitico.it, si è imposto in maniera dirompente #MoreElectableThanTrump (più eleggibile di Trump), un hashtag creato dagli utenti per rimarcare in maniera ironica la scarsa eleggibilità del magnate americano. Il 9 ottobre l’hashtag #MoreElectableThanTrump è risultato a fine giornata l’ottavo argomento più tweettato nel mondo.