Venerdì il giuramento di Mnangagwa

Lo Zimbabwe si scrolla di dosso le ultime scorie di una settimana entrata di diritto nella storia e si appresta ad accogliere il suo nuovo presidente dopo le dimissioni di Robert Mugabe. Si tratta di Emmerson Mnangagwa, ex vice costretto alla fuga dopo che Mugabe lo aveva accusato di “sleltà” e “inaffidabilità” su pressione della first lady Grace, la quale vedeva in Mnangagwa un ostacolo sulla strada verso la guida del Paese.

Il “coccodrillo”

L'arrivo da Harare è avvenuto nelle scorse ore mentre  il giuramento da presidente è in programma venerdì prossimo. Il nuovo capo dello Stato sarà in carica fino al 2018, quando si svolgeranno le elezioni. “Insieme assicureremo una transizione pacifica verso il consolidamento della nostra democrazia e un nuovo inizio per tutti gli zimbabwiani promuovendo pace e unità -. ha spiegato –  voglio affrontare le sfide economiche e politiche che il nostro amato paese ha di fronte”. Il “coccodrillo” (questo il suo soprannome) dopo la fuga si era rifugiato in Sudafrica, Paese che ha svolto un importante ruolo di mediazione dopo il golpe militare costato a Mugabe potere e libertà personale

L'alleato cinese

Le vicende in Zimbabwe vengono seguite con particolare attenzione in Cina. Pechino è, infatti, uno dei maggiori partner commerciali dello Stato africano (nel 2015 ha assorbito il 28% dell'export) e ha importanti interessi nel settore dell'agricoltura. Il Dragone, ufficialmente, non ha preso posizione sulle dimissioni di Mugabe dicendo di rispettarne il passo indietro e precisado di volersi astenere “da ogni interferenza in affari domestici” di un Paese straniero. Pechino ha apprezzato finora la gestione pacifica e appropriata della crisi basata sul dialogo assicurando, ha sottolineato il ministro degli Esteri Lu Kang, che i rapporti bilaterali non cambieranno. Quanto all'ex presidente “resta resta un buon amico del popolo cinese” anche per lo “storico contributo all'indipendenza e alla liberazione dello Zimbabwe” e all'avvio dei solidi rapporti con Pechini. Sulla richiesta di libere elezioni da parte di Usa e Gran Bretagna, Lu ha osservato che lo Zimbabwe può gestire “da solo i suoi affari” e la Cina spera che anche gli altri Paesi di astengano dalle interferenze.