Uomini incappucciati sparano sui manifestanti: 18 morti

Sangue per le strade in Iraq dove da giorni si stanno svolgendo forti proteste antigovernative. Alcuni uomini con il volto coperto avrebbero sparato sui manifestanti nella città santa di Karbala, a sud di Baghdad, uccidendo 18 persone. Lo ha reso noto un funzionario iracheno, citando testimoni. Secondo la ricostruzione di un testimone oculare, citato dall'Associated Press, alcune decine di manifestanti erano in una specie di accampamento organizzato in una piazza della città quando sono stati fatti oggetto di ripetuti colpi d'arma da fuoco sparati da un'automobile. Il testimone ha aggiunto che sul posto sarebbero poi arrivati uomini con il volto coperto, vestiti di nero, che avrebbero lteriormente sparato sui manifestanti. Lo riporta il sito di Tgcom24. Secondo l'emittente Al Arabiya – che cita la Commissione irachena per i diritti umani – sono oltre 18 le vittime e circa 865 i feriti negli scontri tra manifestati e polizia che, da parte sua, nega di aver ucciso qualcuno.

Coprifuoco

Ieri notte, nonostante il coprifuoco notturno imposto a Baghdad per cercare di contenere le manifestazioni popolari in corso da venerdì scorso, gli iracheni sono scesi in piazza in migliaia per il quarto giorno per protestare contro il governo del primo ministro Adel Abdul Mahdi e l'élite politica che considerano corrotta riempendo le strade della capitale irachena. Il coprifuoco di sei ore era entrato in vigore alla mezzanotte locale (le 23.00 in Italia) ma la gente ha continuato a riversarsi nell'iconica piazza Tahrir sia in auto, sia a piedi, come riferiscono i media locali. Nei giorni scorsi il patriarca caldeo, il Card. Louis Sako, ha fatto visita in ospdale ai feriti negli scontri e ha regalato medicinali, facendo appello “alla coscienza dei responsabili del Paese, perché ascoltino seriamente le richieste delle persone che lamentano lo stato di miseria in cui vivono, il peggioramento dei compiti della pubblica amministrazione e la propagazione della corruzione nella maggior parte dello Stato”. Nelle stesse ore, il Patriarcato caldeo esortava i manifestanti a restare pacifici e le forze dell’ordine a evitare violenza su di loro. “Questo è il tempo di un dialogo costruttivo per fare passi concreti cercando persone competenti, conosciute per la loro onestà e amore di patria, perché gestiscano gli affari del Paese”. nonostante gli appelli delle autorità religiose e civili, le vittime totali da quando sono iniziati i disordini il primo ottobre sono almeno 250.