La Malesia pronta a riformare le leggi sul sequestro di materiale cristiano

Le autorità malesiane stanno lavorando a un nuovo codice operativo (Sop) per introdurre materiale religioso nel Paese. La necessità a seguito degli ultimi episodi di sequestro preventivo. Gli ufficiali di polizia e i responsabili di dogana sono i principali destinatari di questo regolamento ancora in fase di elaborazione, lo riferiscono Fonti del ministero degli Interni.

Tan Sri Joseph Kurup, parlamentare e membro del gabinetto governativo, ha affermato: “Auspichiamo che il Sop sia presto realtà”. La frase è stata pronunciata proprio durante la riconsegna del materiale sequestrato nel mese di ottobre a un leader della comunità protestante di Sabah.

Non è infatti passato molto tempo da quando alla dogana di Kuala Lumpur, la polizia ha sottratto centinaia di libri e cd di ispirazione cristiana. Il materiale apparteneva al pastore Maklin Masiau che quel giorno era di rientro da un viaggio a Medan, in Indonesia. Le autorità locali in loro difesa sottolineano che la motivazione del sequestro non è legata all’uso della parola “Allah” nei testi ma al peso eccessivo delle valigie di Maklin Masiau.

Di diverso avviso è lo stesso pastore che, in seguito all’evento, ha lanciato una campagna pubblica per ottenere la restituzione dei suoi beni denunciando l’evidente violazione dei propri diritti e annunciando sulle pagine dei social network un ricorso presso le autorità competenti. Per evitare critiche a sfondo confessionale la sua richiesta ad amici e fedeli è stata quella di rimanere calmi e di pregare affinché questa vicenda proceda positivamente. Le minoranza cristiane in Malaysia hanno già subito attacchi mirati che hanno portato al rogo di chiese, alla profanazione di tombe e al sequestro di 300 Bibbie, trasformandosi in breve tempo una questione urgente a livello nazionale.