Trump invita Putin a Washington

Polemiche e ritrattazioni forzate non sono bastate a Donald Trump per rinunciare alla via del dialogo sereno con il presidente russo, Vladimir Putin. In procinto di chiudere una settimana assai complicata, il presidente degli Stati Uniti ha pensato di lasciare al Congresso un tema sul quale riflettere (se mai ce ne fosse bisogno) durante il venturo weekend e, senza esagerare, per quel che resta dei mesi estivi: il Tycoon ha infatti chiesto al Consigliere per la sicurezza nazionale, John Bolton, di organizzare un vertice con Putin per il prossimo autunno, nientemeno che nella stessa Washington D.C. L'ennesimo colpo di scena (?) in una vicenda che, a partire dal vertice di Helsinki, non ha dato un attimo di respiro alla politica americana tutta, con Repubblicani e Democratici a chiedersi che cosa possano essersi detti i due leader quando le porte del Palazzo presidenziale della capitale finlandese si sono chiuse.

Situazione complicata

Per ovviare alla “curiosità”, l'ala dem ha addirittura richiesto la testimonianza del traduttore del presidente davanti al Congresso. Per il momento, però, la questione resta ancorata alla figura dell'inquilino della Casa Bianca e alle sue dichiarazioni successive al bilaterale con Putin, dapprima affiancato nella sua esternazione anti-Russiagate, poi avversato con una retromarcia (su pressing asfissiante di Capitol Hill) con la quale lo indicava come responsabile di infiltrazioni e influenze durante le presidenziali del 2016. Detto questo, però, prima Putin poi lo stesso Trump sono apparsi nuovamente soddisfatti dell'esito del colloquio, con il presidente russo ad affermare addirittura che qualcuno, in America, cerca di sminuire “quanto di buono tutto sommato è emerso” durante il confronto. Il Tycoon, di rimando, non ha nascosto di essere entusiasta all'idea di vedersi di nuovo con il leader russo per “implementare quanto detto nell'incontro di Helsinki”. Dell'invito rivolto a Putin, però, pare quasi nessuno fosse a consocenza. Di sicuro non lo era Dan Coats, direttore dell'intelligence nazionale, il quale ha fatto sapere di essere stato colto di sorpresa dalla notizia del nuovo summit autunnale.

Accordi di sicurezza internazionale

Nel frattempo, in attesa che emergano ulteriori elementi sul faccia a faccia di lunedì scorso, dal portavoce della Difesa russa qualche notizia arriva: i due, infatti, avrebbero raggiunto “accordi sulla sicurezza internazionale” durante quelle due ore nel Palazzo presidenziale anche se, almeno per il momento, dal Pentagono non è arrivata nessuna replica, né conferma né smentita. Decisamente più aperti dall'altra parte del globo: “Siamo pronti – ha spiegato Igor Konashenkov – a mettere in pratica gli accordi sulla sicurezza internazionale raggiunti dai due leader e a promuovere i contatti con i colleghi Usa, tra i nostri Stati maggiore e attraverso altri canali di comunicazione”. Tra i temi, a quanto pare, alcuni dei più importanti dossier militari, dall’estensione del Trattato Start di riduzione degli armamenti, alla cooperazione in Siria.