Trump duro coi dem: “E' un colpo di Stato”

Con Mike Pompeo in Italia, Donald Trump prova a tenere la posizione sul Kievagate, cercando di scacciare i fantasmi di un nuovo caso Russia e ribadendo, per l'ennesima volta, la sua estraneità a qualsiasi complotto ai danni dei democratici, impegnati nelle primarie per le presidenziali 2020 e toccati nel vivo dalla richiesta del presidente al corrispettivo ucraino Zelenskij di indagare su Hunter Biden, figlio di Joe. E, stavolta, Trump lo fa con un preciso attacco nei confronti dei rivali, arrivato via Twitter, nel quale senza mezzi termini parla di “un colpo di Stato” in atto da parte dei democratici: “Sono arrivato alla conclusione che quello che sta avvenendo non è un impeachment. E' un colpo di Stato volto a prendere il potere delle persone, i loro voti, le loro libertà, il loro secondo emendamento, la religione, l'esercito, il muro al confine, e i loro diritti di cittadini degli Stati Uniti d'America”.

Lo scontro

Parole pesantissime che, di fatto, inaugurano la stagione dello scontro aperto, anche considerando che, poco prima, era stato proprio il segretario di Stato Pompeo (quando era già in Italia) a sollevare le prime dure rimostranze nei confronti dei dem, arrivando a dichiarare che nessuno dei funzionari del suo dipartimento andrà a testimoniare: “Sono preoccupato da alcuni aspetti della richiesta della commissione, che possono essere ritenuti solo un tentativo di intimidazione, bullismo e trattamento improprio di diversi professionisti del dipartimento di Stato”. E ancora: “Lasciatemi essere chiaro: non tollererò queste tattiche e userò tutti i mezzi a mia disposizione per evitare e denunciare ogni tentativo di intimidire i professionisti zelanti che sono orgoglioso di guidare e con cui sono orgoglioso di prestare servizio al dipartimento di Stato”. Strategia a cui hanno replicato i presidenti delle Commissioni della Camera, fra coloro che avevano richiesto la testimonianza di alcuni funzionari pubblici, secondo i quali “ogni sforzo di intimidire testimoni o impedire loro di parlare al Congresso è illegale e costituirà prova di ostruzione della giustizia”.