Trump dichiarerà lo stato di emergenza

Sembra aver trovato il bandolo della matassa Donald Trump che, nelle prossime ore, dovrebbe annunciare l'emergenza nazionale e, in questo modo, sciogliere definitivamente il nodo gordiano del muro al confine messicano. Secondo quanto riferito dal senatore Mitch McConnell, leader della maggioranza repubblicana in Senato (la camera ancora in mano al Gop), il presidente avrebbe accettato di firmare l'accordo bipartisan sul bilancio nel quale, proprio nell'ottica del passo successivo, non saranno inclusi fondi per la costruzione del muro. Una mossa che consentirà a Washington di evitare un nuovo shutdown e, allo stesso tempo, di reperire i fondi necessari a costruire la barriera sul Rio Grande.

Le conferme

Le intenzioni di Trump, dopo le anticipazioni di McConnell, sono state confermate dal portavoce presidenziale. L'approvazione della legge, peraltro, dovrà avvenire a strettissimo giro, considerando alle 24 locali scadrà il termine per l'assenso presidenziale. La decisione di Trump dovrebbe così far combaciare le varie tessere del puzzle ma, come previsto, solo attraverso l'emergenza nazionale e l'esclusione della voce dalla finanziaria sarà possibile adempiere alla promessa elettorale. A confermarlo è anche la portavoce Sarah Sanders: “Il presidente Trump firmerà la proposta di finanziamento del governo e, come ha dichiarato prima, prenderà anche altre azioni esecutive – compresa un'emergenza nazionale – per assicurare la sicurezza nazionale e fermare la crisi umanitaria alla frontiera”. Parole arrivate una ventina di minuti dopo quelle di McConnell, con un messaggio comunque incentrato sulla questione della promessa elettorale: “Il presidente sta ancora una volta promulgando la sua promessa di costruire il muro, proteggere il confine e proteggere il nostro grande Paese”.

Il tentennamento

Le varie conferme, a ogni modo, sembravano aver incontrato un intoppo quando il presidente, in una serie di telefonate agli alleati del Gop, avrebbe espresso una serie di perplessità sulla finanziaria, lasciando quasi intendere una retromarcia sull'ok annunciato alla legge di bilancio. Allarme che, comunque, pare rientrato anche perché, qualora Trump dovesse davvero optare per un nuovo stop, di riflesso ce ne sarebbe un altro sulle attività governative, eventualità che a Capitol Hill (ma anche alla Casa Bianca) vorrebbero evitare.