Trump, mano tesa ai democratici: “Insieme per i cittadini”

Insieme stiamo costruendo un'America sicura, forte e orgogliosa”. Esordisce così Donald Trump, per la prima volta oratore nel tradizionale discorso presidenziale sullo Stato dell'Unione, rivolgendosi non solo al suo schieramento ma aprendo a un'intesa anche con quello opposto, finalizzata a ottenere risultati comuni: “Questo è il nostro nuovo momento americano – ha spiegato il presidente degli Stati Uniti nell'aula della Camera a Capitol Hill -. Non c'è mai stato momento migliore per cominciare a vivere il sogno americano”. Il che, in sostanza, significa lavorare unitamente per garantire la prosecuzione della visione che vuole l'America come “di nuovo grande, per tutti gli americani”. Un discorso, quello di Trump, che ha rispettato il pronostico andando a toccare praticamente tutti i punti salienti del suo anno di amministrazione, rivolgendo comunque un invito ai democratici: “Stasera sto allungando una mano aperta per lavorare con i membri di entrambi i partiti, democratici e repubblicani, per proteggere i nostri cittadini, di qualsiasi estrazione, colore e credo”.

Lavoro e immigrazione

Fatte le premesse, nella gremita aula di Capitol Hill Donal Trump ha insistito sul tema dell'unità fra partiti, spiegando di aver invitato le due parti a “unirsi sul piano delle infrastrutture da 1.000 miliardi di dollari: chiedo ad entrambi i partiti di unirsi per darci le infrastrutture sicure, veloci e affidabili di cui la nostra società merita ha bisogno e il nostro popolo ne ha diritto. E chiedo anche agli americani di mettere da parte tutte le differenze”. Una giornata ideale, dunque, “per aver voltato pagina su decenni di accordi commerciali iniqui che hanno sacrificato la nostra prosperità e portato via le nostre società, i nostri posti di lavoro e la nostra ricchezza nazionale”. Dal lavoro alle comunità che versano in condizioni difficili, “soprattutto quelle degli immigrati”, che secondo Trump “trarranno beneficio dalle politiche per l'immigrazione che saranno incentrate sul miglior interesse dei lavoratori americani e delle famiglie americane. Nell'ultimo anno abbiamo cercato di ricostruire il legame di fiducia tra i nostri cittadini e il loro governo. Gli americani amano il loro Paese e meritano un governo che dimostri loro, in cambio, lo stesso amore e lealtà”.

La riforma fiscale

Il presidente si è detto convinto che, “mentre ricostruiamo la forza e la fiducia dell'America a casa, stiamo ripristinando la nostra forza e la nostra posizione all'estero”: tra i miglioramenti interni, annoverti fra i successi della politica amministrativa del Tycoon, l'impontente riforma fiscale e la conseguente riduzione decisa sotto Natale. A tal proposito, Trump ha ricordato che “da quando abbiamo approvato il taglio delle tasse circa tre milioni di lavoratori hanno già ottenuto bonus, molti dei quali di migliaia di dollari. Apple ha appena annunciato il suo piano per investire un totale di 350 miliardi di dollari in America e assumere altri 20 mila lavoratori”. Prospettive buone che, secondo il presidente, sono testimoniate dal fatto che “dalle elezioni abbiamo creato 2,4 milioni di nuovi posti di lavoro, compresi 200 mila soltanto nel manifatturiero. Dopo anni di stagnazione, finalmente vediamo i salari aumentare”.

Disoccupazione immigrati al minimo

Insomma, quello descritto da Trump è un quadro positivo, che può avvalorarsi di “qualcosa di cui sono molto orgoglioso: la disoccupazione fra gli afroamericani è ai minimi mai registrati. Anche quella fra gli islamici ha raggiunto livelli minimi nella storia”. Elementi che rafforzerebbero la tesi di un Donald Trump concentrato su uno sviluppo che, però, passerà anche dal mantenimento in stato di apertura del penitenziario di Guantanamo, contrariamente a quanto era nelle intenzioni di Obama: un annuncio arrivato non dal presidente ma dal suo staff della Casa Bianca, proprio mentre il Tycoon iniziava il suo discorso al Congresso, pronto a ricevere gli applausi dei repubblicani e l'impassibilità di coloro ai quali ha affermato, chiaramente, di voler tendere la mano.