Tripoli: ripresi gli scontri

Sulla via dell'aeroporto sono ripresi gli scontri fra milizie a Tripoli e “le ambulanze non sono riuscite a recarvisi malgrado le richieste di aiuto degli abitanti”. Lo scrive il sito Alwasat citando il portavoce della Protezione civile libica, Osama Ali. Questi ha precisato che i combattimenti avvengono in un'area (Khelet ben aoun) a circa 17 chilometri in linea d'aria a sud di Piazza dei Martiri, il centro di Tripoli, situato sul mare. 

L'incendio

Lo stesso Ali ha riferito ad Alwasat di un incendio divampato “nell'ambasciata degli Stati Uniti” a Tripoli. Le cause del rogo “sono finora sconosciute“, scrive ancora il sito sempre citando il portavoce il quale ha premesso che “le unità della Protezione civile non sono riuscite ad accedere ai luoghi a causa dell'entità del fuoco“.

Ue in crisi?

Il dibattito degli ultimi giorni sulla Libia è stato scandito dai toni aspri usati da esponenti del governo italiano nei confronti della Francia, accusata di essere responsabile dell'instabilità del Paese nordafricano. Ciò non toglie, secondo una portavoce del Servizio europeo per l'azione esterna, che la posizione degli Stati membri dell'Ue sul dossier libico sia “unita“. Ieri l'Alto rappresentante Federica Mogherini ha parlato con l'inviato speciale dell'Onu Ghassan Salamé al quale ha assicurato “il pieno sostegno da parte dell'Ue” per trovare “una soluzione a lungo termine” attraverso “un processo politico“, ha poi spiegato il portavoce alla domanda come l'Ue intenda agire.

Petrolio

E' crollata, intanto, nei mesi di giugno e luglio l'importazione di greggio dalla Libia. Stando agli ultimi dati disponibili dell'Unione petrolifera, a giugno l'import è stato pari a 292mila tonnellate, meno della metà delle 709mila tonnellate del mese precedente. A luglio la discesa è proseguita, con 181mila tonnellate. Bisognerà invece aspettare ancora per avere i dati di agosto. Guardando all'incidenza sul totale dell'import, la Libia è passata dal 16,7% registrato ad aprile al 3,2% di luglio. Molto lontani sono poi i picchi dell'epoca di Gheddafi: nel 2008 l'incidenza sul totale arrivò a sfiorare il 30%, pari a oltre 24 milioni di tonnellate. Proprio nel mese di giugno alcuni terminal petroliferi strategici erano stati conquistati dalla milizia anti-Haftar e poi “ripresi'”dal generale, che però ne aveva restituito il controllo alla compagnia petrolifera nazionale (Noc) solo a luglio inoltrato, consentendo così la ripresa delle esportazioni. In quei mesi a sostituire il greggio libico sono stati soprattutto Azerbaijan e, in minima parte, Algeria.