Terremoto politico dopo l'omicidio del reporter

Nel giorno in cui è stato pubblicato dal giornale on line per cui lavorava il reportage rimasto incompiuto del giovane giornalista Jan Kuciak, trovato ucciso in casa nei giorni scorsi con la sua fidanzata, in Slovacchia cadono le prime teste del mondo politico, con le dimissioni del ministro della cultura, dell'assistente del premier e del segretario del Consiglio di sicurezza.

Il sito Aktuality.sk ha dato ampio rilievo all'articolo, nel quale Kuciak descriveva le attività della criminalità organizzata italiana in Slovacchia, e rivelava i contatti di persone dell'entourage del premier Fico con figure legate alla 'ndrangheta. Kuciak si era occupato delle attività di quattro famiglie che orbitano intorno alla 'ndrangheta che in Slovacchia svolgono attività imprenditoriali soprattutto nell'agricoltura, nel fotovoltaico, nel biogas e nell'immobiliare. Secondo Kuciak, si tratta di clan che hanno in Slovacchia decine di società e grazie a frodi varie e manipolazioni sfruttano milioni di euro di fondi europei. “Hanno cominciato a svolgere attività imprenditoriali qui e a sfruttare i fondi europei, ma soprattutto a costruire rapporti con importanti persone degli ambienti politici, fino all'ufficio del governo della Repubblica slovacca” ha scritto Kuciak. Il giornalista 27enne ha rivelato legami d'affari di Maria Troskova, l'assistente di Fico, e di Vilem Jasan, ex deputato dello Smer, partito del premier e segretario del Consiglio di sicurezza con un imprenditore italiano di una delle quattro famiglie citate. “Vuol dire che due soggetti dell'entourage della persona arrivata in Slovacchia, denunciato in un caso di mafia in Italia, sono ogni giorno in contatto con il premier: le ha scelte Robert Fico in persona” afferma Kuciak. Aktuality. sk, nella nota allegata all'articolo ha scritto che per tracciare le attività della 'ndrangheta in Slovacchia il sito aveva collaborato con il Centro ceco per il giornalismo investigativo, con l'organizzazione giornalistica italiana Irpi e l'organizzazione internazionale Occrp, che si dedica alla criminalità organizzata e della corruzione.

Maria Troskova e Jasan si sono dimessi dopo la pubblicazione dell'articolo. I due hanno affidato la loro reazione a una nota congiunta: “Collegare i nostri nomi a un atto deprecabile (l'assassinio di Kuciak, ndr) come fanno alcuni media o politici è assurdo – scrivono – Di fronte alla strumentalizzazione dei nostri nomi, nella lotta politica contro il premier Robert Fico, abbiamo deciso di lasciare i nostri posti all'ufficio del governo fino alla conclusione delle indagini”.

Prima di loro aveva annunciato le dimissioni il ministro della cultura Marek Madaric (del partito Smer, democratici sociali). “Il ministero della cultura è il dicastero più vicino ai media. Dopo quello che è successo, non riesco ad immaginare di rimanere in carica come ministro. La mia decisione è collegata all'assassinio del giornalista” ha detto Madaric. L'opposizione sollecita anche le dimissioni del ministro dell'interno Robert Kalinak (Smer) e del presidente della polizia Tibor Gaspar.

Il Parlamento europeo ha aperto la sua seduta con un minuto di silenzio. Il presidente Antonio Tajani, ha aperto la sessione plenaria esprimendo “ferma condanna” per l'assassinio del giornalista slovacco Jan Kuciak e della sua fidanzata, Martina Kusnirova. “Questo è un nuovo, inaccettabile attacco alla libertà di stampa che è il valore fondante della nostra democrazia, pochi mesi dopo il tragico omicidio della giornalista maltese Daphne Caruana Galicia” ha detto Tajani. “Tutti abbiamo il dovere di proseguire la sua battaglia per la verità. Non è accettabile per un giornalista nell'Unione europea essere ucciso per il suo lavoro” ha concluso.