Sudan: raggiunto accordo di condivisione del potere

La giunta militare al potere in Sudan e la coalizione di forze della società civile del Paese hanno raggiunto un accordo di condivisione del potere: lo ha annunciato oggi un inviato dell'Unione Africana (UA), Mohammed el-Hassan Labat. Entrambe le parti hanno concordato di formare un consiglio sovrano congiunto che governerà il Paese per “tre anni o poco più”. Il consiglio sarà composto da cinque militari e cinque civili, mentre un'altra poltrona andrà a un civile con un background militare. L'accordo include anche una tabella di marcia per una transizione verso un governo guidato da civili. L'accordo è destinato a porre fine allo stallo in cui si trova il Paese africano dopo la deposizione del trentennale autocrate Omar al-Bashir avvenuta lo scorso aprile. 

Al-Bashir

Il militare e politico sudanese, per 30 anni Presidente del Sudan e capo del Partito del Congresso Nazionale, è giunto al potere nel 1989, quando, come colonnello dell'esercito sudanese, ha guidato un gruppo di ufficiali in un incruento colpo di Stato militare che ha rimosso il governo del Primo ministro Sadiq al-Mahdi. Ad aprile 2015 Al Bashir ha vinto le elezioni battendo l'opposizione con uno schiacciante 94,5% dei voti. L'opposizione ha fortemente criticato la parzialità del giudizio senza però ottenere nessun risultato. Il 16 settembre 2015 l'Alta Corte sudafricana ha ordinato l'arresto di Al-Bashīr con l'accusa di genocidio e crimini di guerra durante il conflitto in Darfur. L'11 aprile 2019, dopo quattro mesi di massicce proteste popolari che ne invocavano la rimozione dal potere, i militari si schierarono intorno al palazzo presidenziale e tramite un incruento colpo di Stato lo hanno destituito.