Sinai, l’Isis attacca un posto di blocco vicino a un monastero ortodosso: ucciso un poliziotto

Egitto ancora nella morsa del terrore. Un gruppo di militanti dell’Isis ha attaccato un posto di blocco sulla strada che posta al monastero greco ortodosso di Santa Caterina, importante luogo di culto nel sud del Sinai, è stato compiuto ieri sera da un gruppo di militanti dell’Isis. Il sedicente Stato islamico ha rivendicato l’aggressione armata con un comunicato diffuso dal suo organo di propaganda, l’Aqmi. Gli agenti della polizia hanno reagito, ferendo alcuni assalitori, che sono fuggiti, ma un sottufficiale è morto nella sparatoria e quattro poliziotti sono rimasti feriti.

Da anni nel nord della penisola forte è la tensione provocata, con attacchi ripetuti alle forze dell’ordine, ma anche contro civili, da un gruppo affiliato al Califfato nel nord della penisola. Secondo due quotidiani egiziani, Al Masry Al Youm e Al Youm Saba, che hanno contattato il portavoce del monastero, padre Gregorios, l’attentato non sarebbe stato contro il monastero, dove qualche monaco sembra abbia sentito gli spari, ma nessuno dei frati conventuali è rimasto minimamente coinvolto nella sparatoria.

Sorto ai piedi del monte Sinai, dove Mosè secondo la leggenda avrebbe ricevuto le tavole dei Dieci Comandamenti da Dio, il monastero include il ”roveto ardente”, nel quale, secondo la Bibbia, un angelo sarebbe apparso allo stesso Mosè per metterlo in contatto con il Signore. Sempre secondo la Sacra Scrittura, il roveto bruciava ma non si sarebbe mai consumato. Il monastero fu oggetto di una visita di Papa Giovanni Paolo II durante il suo viaggio in Egitto nel febbraio 2000.

In Egitto i cristiani sono tornati nel mirino delle organizzazioni terroristiche. In occasione della domenica delle Palme un doppio attentato kamikaze nelle chiese copte di san Giorgio a Tanta e di san Marco ad Alessandria ha provocato 47 morti. Entrambi gli attacchi sono stati rivendicati dal Daesh.