Sanchez saluta: elezioni il 28 aprile

Si chiude dopo soli 8 mesi l'esperienza del governo guidato da Pedro Sanchez. Incassata la bocciatura in Parlamento della legge di bilancio il premier socialista ha, infatti, convocato le elezioni anticipate per il prossimo 28 aprile. 

Lo stop 

Lo stop alla finanziaria è solo l'ultima di una serie di battute d'arresto dell'economista 46enne che a giorni pubblicherà il suo “Manuale di resistenza“, dove racconta gli anni delle montagne russe che lo hanno visto portare i socialisti a due schiaccianti sconfitte elettorali nel 2015 e 2016, e costretto ad abbandonare la leadership del partito per essere poi rieletto, grazie a un tour del Paese, nel maggio del 2017. Da lì in poi l'ascesa verso la premiership, concretizzatasi il primo giugno 2018, quando il Parlamento approva la sua mozione di sfiducia nei confronti dell'allora premier, Mariano Rajoy, nonostante i socialisti avessero solo 84 deputati su 350. Decisiva risulta l'opera di convincimento nei confronti di Podemos, separatisti catalani e i nazionalisti baschi. 

Mr. Handsome

Sanchez, giocatore di pallacanestro, “vede la politica come una partita di basket“, scrive Enric Juliana, vice direttore del quotidiano spagnolo La Vanguardia. “Può passare dall'attacco alla difesa in pochi secondi”. Perennemente a suo agio con il sorriso smagliante, anche nell'annunciare la sconfitte, al punto da conquistarsi il soprannome “Mr. Handsome“.

Azione di governo

Al governo mette piede il 2 giugno 2018, portandosi dietro un esecutivo con una maggioranza di donne. L'Ue lo applaude per aver aperto i porti alla nave Aquarius con 630 migranti a bordo respinta da Malta e dall'Italia. Dopo anni di austerity alza per legge il salario minimo del 22 per cento. La sua maggioranza, costruita da un amalgama di partiti anti-Rajoy, deve però fare i conti con la crisi catalana, spina nel fianco di ogni governo di Madrid. La sua determinazione a riprendere i colloqui con i separatisti scatena le ire delle destre che domenica scorsa hanno portato in piazza a Madrid decine di migliaia di persone chiedendo le sue dimissioni. 
Anche se i sondaggi danno il partito dei socialisti tra i preferiti, Sanchez non ha i numeri sufficienti per avere la maggioranza, nemmeno alleandosi con Podemos. Al contrario, per i sondaggisti il Pp, il centrodestra di Ciudadanos e l'estrema destra di Vox sarebbero in grado di formare una maggioranza. E domenica in piazza lo hanno dimostrato.