Ripartono le ricerche del San Juan

Si ricomincia a cercare nell'Atlantico, con la speranza di trovare qualche traccia che possa condurre ai resti dell'Ara San Juan, il sottomarino della Marina militare argentina scomparso dai radar il 15 novembre dello scorso anno con le sue 44 persone a bordo, tutti membri dell'equipaggio. Mesi e mesi di indagini infruttuose, di segnali rivelatisi false piste, speranze disilluse e dolore che, ora, dovranno trovare risposta in un lavoro accurato che possa permettere perlomeno di recuperare lo scafo e dare dignità ai resti dei suoi occupanti. Delle ricerche si occuperà l'ultramoderna nave norvegese Seabed Constructor, partita dal porto argentino di Comodoro Rivadavia per cercare di rintracciare in un punto imprecisato dell'Oceano Atlantico il relitto del sottomarino militare.

Otto droni subacquei

A riferire l'inizio ufficiale della missione è stata Radio Mitre di Buenos Aires. Come spiegato in onda dal ministro della Difesa argentino, Oscar Aguad, la missione è stata organizzata dalla società americana Ocean Infinity che ha vinto una gara con un'altra società statunitense, per un costo di 7,5 milioni di dollari (i quali verranno pagati solo se il relitto sarà trovato entro 120 giorni). Il bastimento norvegese sarà dotato di potenti mezzi e macchinari per cercare di individuare il San Juan, fra i quali otto droni subacquei capaci di navigare fino a 6 mila metri di profondità con una autonomia ogni volta di 45 ore.

Dieci giorni, poi un'altra zona

Ritrovati che saranno certamente utili per coprire in interezza il quadrante di 1.500 chilometri quadrati a 300 miglia nautiche ad est di Comodoro Rivadavia, inidicato come luogo privilegiato per condurre le ricerche poiché l'ultima dalla quale l'Ara San Juan ha lanciato il suo ultimo messaggio prima di scomparire nel nulla. La Seabed Constructor (sulla quale sono imbarcati alcuni parenti delle vittime) è ormai quasi giunta a destinazione e inizierà immediatamente a scandagliare il fondale marino per cercare di rilevare le tracce del sottomarino. Circa dieci giorni il tempo a disposizione per trovare qualche indizio, altrimenti riaccenderà i motori in direzione di un'altra zona, sulla quale al momento non si hanno ulteriori dettagli.