Quel filo che lega Macron a Lione

I finanziamenti alla campagna elettorale di Emmanuel Macron nel 2017 entrano nel mirino della magistratura inquirente francese. 

L'inchiesta

L'inchiesta prende le mosse dalla denuncia di due esponenti del centrodestra riguardante una presunta erogazione di fondi a favore dell'allora candidato presidente di En Marche da parte della città metropolitana di Lione, feudo dell'attuale ministro dell'Interno, Gerard Collomb. I reati ipotizzati sono quelli di malversazione di fondi pubblici, finanziamento illecito della campagna elettorale, abuso di proprietà aziendale e ricettazione. Sulla vicenda indaga la polizia. 

La denuncia

Il sindaco di Caluire, Philippe Cochet, leader dei Repubblicani a Lione, e il primo cittadino della città, Stephane Guilland, hanno reso noto di aver ufficialmente investito la magistratura delle questione la scorsa settimana. La denuncia, al momento contro ignoti, spiega che “le risorse pubbliche (umane, materiali e finanziarie) controllate dalla città metropolitana di Lione – diretta da Collomb prima diventare ministro – sono state indebitamente sottratte e messe a disposizione del futuro presidente (Macron ndr)”. 

Difesa

Lo staff di Collomb ha minimizzato. “Non c'è nulla di nuovo in queste informazioni il cui unico scopo è quello di screditare il ministro – hanno spiegato – i denuncianti hanno semplicemente riproposto una questione che l'opposizione di centrodestra (quando Collomb era al vertice della città metropolitana ndr) ha cercato di portare avanti per diversi mesi. La provincia ha già avuto modo di rispondere nel dettaglio in diverse occasioni”. L'indagine riguarderà fra le altre cose, un evento svoltosi il 2 giugno del 2016 al Comune di Lione. In quella occasione Collomb, due mesi dopo il lancio di En Marche, ricevette l'allora ministro dell'Economia Macron. Fari puntati anche su Jean Marie Girier, ex capo del personale di Colomb a Lione, personaggio chiave della campagna elettorale per le presidenziali poi approdato al ministero degli Interni.