Prove di pace fra Ue e Polonia

L''intenzione del governo polacco di modificare la riforma sulla Corte suprema “va nella giusta direzione”. Lo ha detto il vice-presidente della Commissione, Frans Timmermans, secondo quanto riferito dal portavoce dell'esecutivo comunitario.

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In una riunione del Consiglio Affari generali “il nostro primo vicepresidente ha aggiornato gli Stati membri sullo stato dell'arte del dialogo sullo Stato di diritto con la Polonia” ha spiegato il portavoce. Timmermans “ha preso nota del fatto che la proposta delle autorità polacche di modificare la legge sulla corte suprema, dopo la sentenza della Corte di giustizia dell'Ue, va nella buona direzione ma non è ancora stata trasformta in legge”, ha spiegato il portavoce, sottolineando che la Commissione ha sollevato anche “altre preoccupazioni” per lo Stato di diritto in Polonia. “Il dialogo con le autorità polacche dovrà continuare su queste questioni”, ha concluso. 

La riforma contestata

Il testo varato dall'esecutivo conservatore polacco prevedeva l’abbassamento dell’età pensionabile da 70 a 65 anni per i giudici della corte, attribuendo al premier il potere di nomina dei magistrati necessari a sostituire i colleghi prossimi alla pensione. Inoltre, il presidente della Repubblica sarebbe stato autorizzato ad aumentare, in modo discrezionale, il numero dei giudici della Corte. Il partito conservatore al potere, Diritto e Giustizia, sosteneva che tale riforma fosse necessaria per scardinare la presenza di anziani giudici comunisti all'interno dell'organo giurisdizionale, in quanto inefficienti e legati a un passato ormai superato. Tra questi figurava anche il presidente della Corte, Małgorzata Gersdorf, che si è rifiutata di ritirarsi, in quanto la Costituzione prevede un mandato di 6 anni. Gersdorf aveva definito “una purga” la riforma, ricevendo il sostegno di parte della cittadinanza.