Prorogata la chiusura delle istituzioni palestinesi

Israele ha rinnovato il blocco a diverse istituzioni palestinesi a Gerusalemme est. A seguito della raccomandazione dei servizi di sicurezza, a quanto affermano i media locali, il ministro Gilad Erdan ha firmato un ordine che proroga la chiusura di diversi organismi.

L'ordine

“Qualsiasi tentativo da parte dell'Autorità palestinese di prendere piede nel territorio dello Stato di Israele verrà fermato immediatamente”, ha dichiarato Erdan. L'ordine stabilisce limiti alle attività della Orient House, sede negli anni 80 e anni 90 dell'Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina) a Gerusalemme Est, e a quelle di altre istituzioni, tra cui il Club dei prigionieri palestinesi, la Camera di commercio di Gerusalemme Est, il Consiglio supremo per l'industria del turismo arabo, il Centro per Studi palestinesi e l'Ufficio per gli studi sociali e statistici.

Motivazioni

“L'estensione della chiusura delle istituzioni palestinesi – ha proseguito Erdan – rappresenta un chiaro messaggio all'autorità palestinese e ai residenti di Gerusalemme Est. L'Autorità palestinese sta infatti cercando di rafforzare la sua presenza a Gerusalemme Est in modi sofisticati, tra cui il trasferimento di fondi essenziali per lo svolgimento delle loro attività. L'intelligence e la polizia lavorano costantemente per tracciare questi tentativi e fermarli. Continuerò a rafforzare la sovranità israeliana in tutta Gerusalemme, e impedirò qualsiasi tentativo palestinese di creare un punto d'appoggio nella parte orientale della città”.

Precedenti

Le operazioni dell'Orient House, che è un'icona della presenza palestinese nella città, sono state chiuse da Israele nell'agosto del 2001 in risposta all'attentato alla pizzeria Sbarro a Gerusalemme nel 2001, in cui un attentato suicida causò 5 morti e un centinaio di feriti. Già all'inizio del mese, Erdan aveva bandito un evento programmato in un ospedale di Gerusalemme Est perché era stato organizzato sotto gli auspici dell'autorità palestinese. Il ministro ha spiegato che la decisione era stata adottata perché l'evento avrebbe dovuto includere “l'esecuzione dell'inno nazionale palestinese, discorsi politici in nome dell'Anp e la partecipazione di eminenti personalità palestinesi”. Riferendosi all'Accordo del Cairo del 1994 che stabiliva i termini dell'autonomia palestinese, Erdan ha detto che all'Autorità palestinese “è vietato aprire o gestire un ufficio di rappresentanza o di organizzare raduni di attività all'interno dello Stato di Israele, ed è nei poteri del ministro della pubblica sicurezza di vietare tali eventi”.