Pronto il piano salva-regina in caso di no deal

Non solo risvolti politici o, perlomeno, non direttamente connessi al futuro socio-economico del Paese: la Brexit ha messo in conto diversi aspetti, pensando a tutte le possibilità dall'accordo pacifico al “no deal”. E, proprio nell'ottica di quest'ultima ipotesi, il governo britannico ha ritenuto opportuno valutare un piano che, rispecchiando l'inno nazionale, andrebbe a mettere in salvo la regina in caso di disordini. Un piano remoto, certo, ma comunque considerato nell'eventualità che una possibile uscita senza accordo dall'Unione europea possa scatenare un malcontento popolare e qualche disordine di troppo per le strade di Londra. Secondo il Sunday Times, il programma sarebbe ispirato a quelli messi a punto durante la Guerra fredda (in quell'occasione in considerazione di un'ipotesi di attacco nucleare da parte dell'Unione sovietica) e, in estrema sintesi, consisterebbe nell'evacuazione della famiglia reale in un posto sicuro, lontano da Londra.

Corsa all'accordo

Nel frattempo, le trattative del governo May proseguono cercando di contrarre al massimo i tempi della nuova discussione con l'Unione europea sul nuovo piano elaborato e votato ai Comuni il quale, principalmente, mira alla revisione del backstop sul confine irlandese, o meglio agli accordi in precedenza stipulati con l'Ue e approvati sia da Bruxelles che da Dublino, entrambe chiamate ora a rivalutarne gli aspetti nell'ottica del Regno Unito, prospettiva che appare tutt'altro che semplice. Niente di facile anche perché, tuttora, al governo May continua a mancare l'appoggio dell'ala laburista, nonostante il confronto andato in scena con il leader Jeremy Corbyn, ancora convinto che il piano May vada tutto a deterrenza del Regno Unito.

Tutte le ipotesi sul tavolo

Nonostante l'opposizione strenua di Corbyn, le nuove discussioni fra Londra e Bruxelles sembrano destinate a svolgersi in un clima del tutto diverso rispetto a qualche mese fa, con la premier May forte di un possibile appoggio del Parlamento sulla revisione del piano originale. Intanto, però, il Parlamento britannico valuta ogni ipotesi possibile, anche le eventualità peggiori, persino il deficit di risorse.