Pastore detenuto: triangolo Usa-Israele-Turchia

Una cittadina turca detenuta in Israele è stata liberata su richiesta degli Stati Uniti. Il tutto fa parte di di un tentato accordo per arrivare al rilascio del pastore americano Andrew Brunson, recluso in Turchia da quasi due anni.

Il caso

Il governo israeliano ha deportato Ebru Ozkan il 15 luglio, una settimana dopo averla accusata di avere legami con il gruppo islamista palestinese Hamas. Il caso di Ozkan aveva indignato la Turchia.
Secondo il quotidiano statunitense Washington Post, il presidente Donald Trump aveva chiesto al primo ministro Benjamin Netanyahu in una telefonata il giorno precedente il rilascio, a liberare Ozkan come parte di uno scambio per Brunson. L'agenzia Reuters ha confermato la notizia citando una fonte governativa anonima.
Il pastore evangelico è stato arrestato il 9 dicembre 2016 ed è accusato di terrorismo in relazione ai suoi presunti legami con la rete dell'imam turco Fethullah Gulen, esiliato negli Stati Uniti e accusato da Ankara di essere l'ispiratore del tentato golpe del luglio 2016.

Le proposte di scambio

L'anno scorso, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva suggerito agli Usa uno scambio tra Brunson e Gulen. Il pastore ha sempre negato tutte le accuse e Washington ha fatto sapere che non intende procedere a scambi di alcun genere. Mercoledì un tribunale in Turchia ha ordinato che Brunson fosse messo agli arresti domiciliari. Il pastore accusato di terrorismo e spionaggio in un caso che ha creato tensioni tra Ankara e Washington, secondo quanto riportato l'agenzia ufficiale Anadolu. La scorsa settimana l'Alta Corte penale di Aliaga, nella provincia occidentale turca di Smirne, ha rigettato la richiesta di rilascio di Brunson. A giugno, il Senato statunitense aveva approvato il bilancio della Difesa contenente un emendamento che condiziona l'acquisto da parte di Ankara dei caccia di nuova generazione F-35 al rilascio del pastore e all'acquisto turco del sistema missilistico di fabbricazione russa S-400.