Nuove forze Usa in Arabia Saudita

Sale ancora la tensione tra Washington e Teheran. Gli Stati Uniti invieranno nuove forze nel Medio Oriente dopo gli attacchi agli impianti petroliferi in Arabia Saudita che si sospetta fortemente siano stati sferrati dall'Iran. Ad annunciare l’escalation di presenza militare statunitense nell’area è stato il capo del Pentagono Mark Esper spiegando che la decisione è stata approvata dal presidente Donald Trump dopo una richiesta di sostegno da parte di Riad. “Il dispiegamento sarà di natura difensiva e riguarderà in primo luogo sistemi di difesa aerea e missilistica”, afferma Esper.

Guerra di nervi

Le parole rassicuranti del Pentagono non attenuano il clima surriscaldato dagli ultimi episodi che hanno visto Washington e Teheran ai ferri corti. “La debolezza della strategia di Donald Trump sta nel fatto che non lascia alcuna via d’uscita agli iraniani ma non porta la sua filosofia fino alle estreme conseguenze- osserva Internazionale-.Gli Stati Uniti e l’Iran hanno escluso qualsiasi possibilità di un incontro durante il vertice delle Nazioni Unite a New York in programma la settimana prossima, bocciando la proposta francese. I due paesi si stanno testando a vicenda, in attesa che uno o l’altro sbatta le palpebre per primo. La situazione lascia presagire nuovi incidenti e nuove tensioni”. L’ex diplomatico Denis Bauchard, esperto di questioni mediorientali, mette in dubbio l’efficacia delle sanzioni come strumento di pressione. Nel caso dell’Iran, Bauchard sottolinea la resistenza dei suoi abitanti e aggiunge che il principale effetto delle sanzioni è quello di rafforzare la posizione dei falchi a Teheran. “È in gioco la credibilità di Washington”, avverte l’ex diplomatico.

L’accordo sul programma nucleare

Una “guerra totale” sarà la conseguenza di un eventuale raid degli Stati Uniti o dell'Arabia Saudita contro l'Iran come rappresaglia per gli attacchi contro gli impianti della Saudi Aramco, minaccia il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif. Zarif ha sottolineato in un’intervista alla Cnn che l'Iran spera di evitare un conflitto, aggiungendo che il Paese è disposto a parlare con i suoi rivali regionali, Arabia Saudita ed Emirati, mentre la possibilità di una ripresa dei negoziati con gli Stati Uniti è legata al ritorno di questi ultimi all'accordo sul programma nucleare e alla revoca delle sanzioni contro la Repubblica islamica. Il capo della diplomazia di Teheran ha ribadito l'estraneità dell'Iran agli attacchi contro l'Arabia Saudita.

Gli sviluppi nella regione

Gli Stati Uniti preferiscono una “soluzione pacifica” dopo l'attacco contro siti petroliferi in Arabia Saudita, portato a termine con droni militari, assicura il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, aggiungendo che nel Golfo c'è “consenso” sulla responsabilità dell'Iran. “Siamo qui per costruire una coalizione destinata ad arrivare alla pace e a una soluzione pacifica”, ha dichiarato il capo della diplomazia Usa, precisando che spera che Teheran veda le cose “allo stesso modo”. Il segretario di Stato americano ha incontrato ad Abu Dhabi il principe ereditario emiratino Mohamed bin Zayed: al centro dei colloqui gli sviluppi nella regione dopo gli “attacchi iraniani” contro le installazioni petrolifere saudite. “Si è trattato di un atto di guerra”, ha denunciato Pompeo.

La coalizione

Intanto, riferisce Rainews 24, gli Emirati hanno deciso di unirsi alla coalizione guidata dagli Stati Uniti per proteggere le rotte di navigazione del Golfo, di recente teatro di tensioni con le unità militari iraniane. Pompeo  in Arabia Saudita ha avuto un colloquio il principe Mohammed bin Salman.