Nuova bufera su Manafort

C'è ancora Paul Manafort nel mirino del procuratore generale Robert Mueller e, stavolta, in modo strettamente connesso all'indagine sul Russiagate che, però, per la prima volta sembra più escludere che coinvolgere il presidente degli Stati Uniti, Donale Trump. L'ex presidente della campagna elettorale dell'attuale inquilino della Casa Bianca, infatti, avrebbe menetito su cinque punti principali, nonostate i suoi propositi di collaborare con la giustizia americana: Manafort avrebbe infatti intrattenuto rapporti con il russo Konstantin Kilimnik il quale, secondo il procuratore Mueller, avrebbe relazioni con l'intellgence militare di Mosca, sulla quale pesano accuse di tentativi di hackeraggio su siti democratici.

Manafort

Indizi, questi, che non riabilitano certo la figura di Manafort agli occhi dell'opinione pubblica e che, d'altra parte, ne minano ulteriormente la posizione da un punto di vista strettamente giuridico: secondo i tabulati in possesso di Mueller, infatti, sarebbero presenti indizi sufficienti a ritenere che, anche dopo l'essere stato incriminato, ovvero alla fine del 2017, Manafort avrebbe comunque intessuto rapporti bilaterali. Ma non solo: le nuove informazioni arrivano in un momento in cui le indagini sarebbero arrivate molto in profondità all'interno dello staff della Casa Bianca. Proprio la scorsa settimana, Mueller aveva accusato Manafort di aver mentito durante i suoi interrogatori, spiegando che, per questo, le sue azioni e la sua condotta durante quella che sarebbe dovuta essere la sua collaborazione erano criminali e avevano violato il suo accordo di patteggiamento.

 

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Capitolo Cohen

Non migliore la situazione di Michael Cohen, ex avvocato di fiducia di Trump: il pool di procuratori federali che indagava su di lui e altri, ha infatti chiesto “un periodo sostanzioso” di detenzione che, al momento, si tradurrebbe in una richiesta di 4 anni. Questo nonostante Cohen, a differenza di Manafort, abbia sempre regolaremnte collaborato con la giustizia, fornendo informazioni al team del Gop. In entrambe le circostanze, il presidente Trump potrebbe cogliere l'occasione per sganciarsi dall'indagine sulle presunte interferenze russe durante le presidenziali del 2016, perlomeno a livello mediatico se non ancora giuridico: attraverso alcuni tweet il Tycoon già ci ha provato.