“Non ci saranno leader a vita”

La stampa ufficiale del governo cinese è tornata nuovamente sulla riforma della Costituzione proposta dal Pcc che comporterebbe la rimozione del limite di due mandati per il presidente

Precisazione

In un editoriale il Quotidiano del Popolo, house organ del partito comunista, ha sottolineato: “Questo emendamento non significa cambiare il sistema di pensionamento per i leader nazionali e del partito, e non significa un termine a vita per i leader“. L'articolo arriva all'indomani della conclusione del terzo plenum del Pcc, che si è concentrato soprattutto sulle nuove cariche a livello statale che verranno approvate nei prossimi giorni dall'Assemblea Nazionale del Popolo (Parlamento) in seduta plenaria dal 5 marzo prossimo, e sulle riforme delle istituzioni nazionali e del partito. 

Polemiche

L'emendamento alla costituzione proposto il 25 febbraio scorso, che spianerebbe la strada a Xi Jinping per rimanere al vertice della Repubblica Popolare Cinese a tempo indefinito, aveva suscitato diverse polemiche in Cina e all'estero, tra gli osservatori della scena politica di Pechino, e sollevato paragoni con la Corea del Nord e con il passato maoista e della prima epoca repubblicana. 

Proteste

Intanto si registrano nuove divisioni fra Usa e Cina sul caso Taiwan. Il ministero degli Esteri di Pechino ha presentato una protesta contro gli Stati Uniti per l'approvazione da parte del Senato Usa del Taiwan Travel Act, che viola, per la Cina, il rispetto del principio dell'Unica Cina, che vede Taiwan come parte integrante del territorio cinese. “La Cina è fortemente insoddisfatta e si oppone con risolutezza a cio'”, ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying, “e ha già presentato protesta formale agli Stati Uniti”. Pechino, ha proseguito Hua, chiede agli Stati Uniti di “gestire con prudenza e in maniera appropriata le questioni relative a Taiwan, per evitare serie interferenze e di danneggiare le relazioni tra Cina e Stati Uniti”.

Il Taiwan Travel Act

Il Taiwan Travel Act, a cui manca solo la firma del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per diventare legge, permette ad alti funzionari di Taiwan di entrare negli Stati Uniti e di incontrare funzionari Usa e promuove gli scambi culturali e di affari tra Washington e Taipei. Il provvedimento ha gia' incassato l'apprezzamento del ministero degli Esteri di Taiwan.