Nomine, la nuova sfida dei ruoli chiave

Ci riprova il Consiglio europeo, riunito in assemblea straordinaria per riuscire a venire a capo dell'intricato nodo sulle nomine ai ruoli chiave dell'Europa. Dopo il flop della scorsa settimana, a Bruxelles i leader si incontrano nuovamente per l'elezione dei big dell'Ue, compreso il nuovo capo della Commissione europea ma la sensazione, confermata anche dalle voci filtrate (i leader non hanno potuto portare con sé i cellulari per evitare di far filtrare notizie) sui pronunciamenti su alcuni nomi in ballo. Il principale è quello di Frans Timmermans, nome però allontanato quasi subito dai Popolari dopo un mini-vertice svolto prima dell'inizio del consiglio (partito peraltro con tre ore di ritardo) e che ha palesato nuovamente il nome del tedesco Manfred Weber, nome fortemente ostracizzato da Emmanuel Macron. Una situazione che aveva creato uno stallo insuperabile sullo Spitzenkandidat e che, di fatto, era costato l'accordo.

Lo stallo

Vista l'impasse, il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha deciso di sospendere le discussioni dei leader e dare il via libera ad alcuni bilaterali, con l'obiettivo di ridurre le distanze e concentrare le forze sulle nomine dei ruoli top dell'Ue, anche se l'incertezza rischia di protrarsi a oltranza e da Bruxelles filtra addirittura la possibilità che il voto slitti nuovamente, questa volta al 15 luglio. Qualche riserva sul nome di Timmermans l'avrebbe manifestata anche l'Italia, in particolare dopo le parole di Matteo Salvini nei confronti del politico olandese anche se, da parte sua, Palazzo Chigi ha precisato che “il presidente del Consiglio Conte ha le mani libere, non viene qui con un atteggiamento di veto ma in un atteggiamento di dialogo”. Un'Italia che “ragiona in una logica di pacchetto e valuterà la candidatura di Timmermans in quest'ottica”. Difficile, in sostanza, che l'accordo si raggiungerà stasera. E mentre le quotazioni di Timmermans sembrano scendere, in ascesa ci sarebbero nuovamente i nomi di Margrethe Vestagere e Michel Barnier, sponsorizzati entrambi dal presidente francese Macron. Da ricordare che, almeno a ora, è quasi certo che dal Consiglio l'Italia uscirà con un forte ridimensionamento, laddove aveva finora occupato tre dei ruoli strategici dell'Unione con Mario Draghi (Bce), Antonio Tajani (Europarlamento) e Federica Mogherini (Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri).