Mosca pronta a mediare fra Usa e Nord Corea

La Russia è pronta a mediare tra Washington e Pyongyang sulla crisi coreana. L'offerta di Mosca è emersa nel corso di una telefonata tra il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, e il ministro russo degli Esteri Serghei Lavrov. Al centro del colloquio, oltre alla Corea del Nord anche i dossier legati alla Siria e all'Ucraina.  

Test imminente

Il tutto avviene a poche ore dalla previsione di Seul su un nuovo possibile test missilistico che lo Stato eremita potrebbe condurre nei prossimi mesi. Anche se gli esperti giudicano ancora prematuro l'obiettivo di caricare testate nucleari miniaturizzate su missili vettori affidabili. E secondo il quotidiano sudcoreano Joongang Ilbo, Pyongyang si appresta anche a lanciare il satellite Kwangmyongsong-5, equipaggiato con telecamere di precisione e tecnologie per la comunicazione.

Clima teso

Segnali che rendono sempre più incandescente il clima. Anche dopo le accuse dell'esperto della Casa Bianca, Tom Brossert, secondo cui ci sarebbe Pyongyang dietro lo spaventoso cyberattacco Wannacry dello scorso maggio, che ha bloccato i computer di mezzo mondo, rischiando di mandare in tilt perfino la sanità britannica. Accusa respinta al mittente oggi dall'ambasciatore nordcoreano all'Onu.

Seul si muove

Un'escalation che fa paura in primis alla Corea del Sud, che subirebbe il primo impatto di un attacco del minaccioso vicino. Il ministero della difesa di Seul sta creando una unità speciale che avrà l'incarico di monitorare strettamente Pyongyang, una sorte di “torre di controllo” che rilevi in anticipo e acceleri la reazione alle “provocazioni”. Si chiamerà Ufficio per le politiche della Corea del Nord, occupandosi di controllo sugli armamenti, di contrasto delle armi di distruzione di massa e della politica di deterrenza. Una tensione che in queste ore ha provato ad alleviare Dragon Kim, un americano di origini sudcoreane che è il sosia perfetto di Kim Jong-un: ripreso dalla Bbc, ha fatto scalpore girando per le strade di Seul con accollata uniforme nera, acconciatura e pose come quelli del dittatore del nord. Fra selfie, risate e qualche reazione di sfogo di sudcoreani arrabbiati col vero Kim.