Morte Perez, scontri fra manifestanti e polizia: 4 feriti

E'di almeno quattro persone rimaste ferite il bilancio degli scontri avvenuti a Caracas, scatenati durante una manifestazione di protesta per la morte di Oscar Perez, l'ex poliziotto ribelle e fermo oppositore del presidente Maduro, ucciso alcuni giorni fa durante un blitz delle forze governative. La sua figura aveva fatto enorme presa sulle masse della popolazione venezuelana che, in lui, aveva sito uno dei maggiori punti di riferimento nella ribellione al governo, tanto da indurre Maduro a dichiararlo “nemico pubblico numero uno”. Le circostanze della sua uccisione (avvenuta nonostante egli avesse più volte affermato di aver inviato messaggi di tregua), ancora non del tutto chiarite, unite all'ultimo tragico video diffuso dallo stesso Perez durante la sparatoria, hanno spinto un nutrito numero di manifestanti a darsi appuntamento davanti uno degli ingressi dell'Università centrale del Venezuela.

Scontri in piazza

Il motivo della concentrazione non è solo il ricordo dell'ex agente e degli uomini periti assieme a lui nel corso del blitz delle forze governative, ma anche per quelle persone uccise durante le dimostrazioni di piazza svolte tra aprile e luglio dello scorso, come spiegato dalla leader del partito Soy Venezuela, Maria Corina Manchado: “Siamo qui per rivendicare la forza dell'immensa maggioranza del nostro popolo. Nel suo nome non possiamo arrenderci, e non possiamo arrenderci per quelli che sono caduti”. Il capo del partito antichavista, del resto, è stata l'unica figura politica a presenziare alle proteste di Caracas, sfociate in seguito in alcuni scontri andati avanti per più di due ore e che, a tregua raggiunta, hanno lasciato sul posto i quattro feriti.

Il discorso di Manchado

Secondo quanto riferito da media locali, la polizia avrebbe caricato i manifestanti usando gas lacrimogeni per disperderli, con alcuni studenti che hanno inutilmente tentato di trasformare la dimostrazione in una marcia. Nel corso della giornata, Manchado ha incitato i giovani scesi in piazza, inneggiando sia al sacrificio di Perez che al sessantesimo anniversario della caduta del dittatore Marco Perez Jimenez: “Lasciate che gli eroi ci uniscano… A 60 anni del 23 gennaio (1958), i venezuelani oggi rendono omaggio ai nostri eroi. Per gli eroi di ieri, per gli eroi di oggi e per gli eroi del futuro. E' lo stesso eroismo; è un'eredità ed è esperienza per il nostro presente”. Ricordando le vittime del raid dello scorso 15 gennaio a El Junquito, la leader oppositrice ha ricordato che “gli eroi militari sono eroi che non hanno rispettato gli ordini incostituzionali del regime” e che “tutti noi stiamo dicendo che c'è un Venezuela che viene rivelato. Oggi il miglior tributo è la lotta, il miglior tributo è combattere senza sosta per sconfiggere questa tirannia. Qui quelli che non rimangono in silenzio sono eroi”.