“Morsi è un martire”: le condoglianze di Erdogan

L'ex presidente egiziano Mohammed Morsi, morto dopo un malore in tribunale, è un “martire“. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, da sempre suo sostenitore, chiamandolo “nostro fratello Morsi” e facendo le condoglianze alla famiglia dell'ex leader del Cairo e al popolo egiziano. Al presidente turco Erdogan, si è anche unito l’emiro del Qatar, Sheikh Tamim bin Hamad al Thani, che ha espresso con un tweet il suo cordoglio alla famiglia e al popolo egiziano. 

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La sepoltura

L'ex presidente egiziano è stato sepolto stamane alle 5 a Nasr City, un quartiere a est del Cairo, alla presenza della sola famiglia. Lo riferiscono gli avvocati del leader dei Fratelli musulmani, deceduto ieri in seguito a un attacco cardiaco durante un'udienza in tribunale. La preghiera funebre si è tenuta nell'ospedale della prigione di Tora, dove era detenuto Morsi. Il figlio ha denunciato che le autorità egiziane hanno rifiutato di permettere la sepoltura nel governatorato di Sharqiyya, terra di origine di Morsi, a nord del Cairo. Protestano i Fratelli musulmani che accusano le autorità del Cairo di essere responsabili per la “deliberata morte lenta” di Morsi. Le autorità “lo hanno messo in cella d'isolamento, gli hanno tolto le medicine e dato del cibo disgustoso, gli hanno negato i diritti umani più basilari”, ha sottolineato il partito in una nota pubblicata sul suo sito ripresa da Agi. 

Chi era Morsi

Condannato a 85 anni di carcere, inflitti in almeno tre processi, l'ex presidente ed ex leader dei Fratelli Musulmani – partito dichiarato fuorilegge per terrorismo – stava scontando l'ergastolo perché considerato responsabile di essere una spia del Qatar, Paese con cui l'Egitto ha da tempo interrotto i rapporti diplomatici, insieme ad altre nazioni arabe. Gli era stata anche inflitta una condanna a morte, annullata nel novembre del 2016 dalla Corte di cassazione. Morsi era stato il primo presidente eletto dopo la caduta, nel 2011, dell'ultratrentennale autocrate Hosni Mubarak. Prima di morire l'ex presidente egiziano era imputato in due processi: quello per l'evasione di massa di detenuti all'epoca della rivolta contro Mubarak e quello su una presunta attività di spionaggio a favore del movimento islamista palestinese Hamas e del movimento sciita libanese Hezbollah.