May assediata, la fronda Tory chiede la sfiducia

Si aggiorna di ora in ora la situazione in Gran Bretagna, dove la premier May è alla resa dei conti sulla vicenda Brexit. Ancora una volta, è il fronte interno a far paura: il primo ministro ha fatto sapere ai Tories ribelli quello che aveva già tenuto a precisare qualche giorno fa, prima del vespaio sul rinvio del voto e lo stop dell'Ue, spiegando che, dovesse saltare la sua poltrona, il rischio di rinvio o revoca dell'articolo 50 sarebbe altamente probabile, forse quasi certo. D'altronde, però, è proprio l'ala ribelle dei conservatori ad aver raccolto tutte le 48 firme necessarie a sottoporre alla Camera il voto di sfiducia per la premier, del quale si discuterà questa sera. Rispondendo al Question time, May ha ribadito il suo punto di vista, tentando in extremis di restare in sella ma altrettanto consapevole che rimanere in corsa non sarà semplice. Forse mai come in questo momento il destino della premier è apparso così in bilico ma anche quello della Brexit stessa.

Scontro con i Lab

Il problema della premier, a ora, è proprio la varietà dei fronti dai quali piovono attacchi che, da una situazione più tranquilla di qualche settimana fa, rende ora piuttosto probabile il raggiungimento dei 158 voti necessari per destituirla e riaprire il discorso Brexit in altri termini (non è chiaro quali). Particolarmente aspro lo scontro con l'opposizione laburista, nello specifico con il leader Jeremy Corbyn sulla questione del rinvio della ratifica dell'accordo sulla Brexit. E proprio dai laburisti è partita l'analisi che inquadra il Regno Unito come, di fatto, senza un leader, visto che la mozione di sfiducia è partito proprio dal partito di cui, in teoria, Theresa May dovrebbe avere la leadership. Il rinvio ha mandato su tutte le furie l'ala laburista, convinta che il nuovo tour europeo della premier e la posticipazione del voto a dopo la pausa natalizia abbia costituito l'ennesimo oltraggio al Parlamento.

Futuro incerto

Al momento, è difficile tracciare un quadro anche parziale su quello che potrebbe succedere qualora Theresa May (e quindi il suo accordo di Brexit approvato da tutti e 27 i Paesi dell'Ue). Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha parlato di “una situazione grave” a Londra, mentre la cancelliera tedesca Angela Merkel ha fatto sapere che la Germania si prepara ad affrontare anche un'hard-Brexit. Ma, a ora, il rischio più serio è quello che tutto si fermi, come precisato dalla stessa premier britannica: “Darò tutto per superare il voto e restare leader. Un cambio di leadership in questo momento metterebbe il nostro Paese in pericolo e lo farebbe sprofondare nell’incertezza. Inoltre, dato che un nuovo eventuale leader verrebbe eletto solo a fine gennaio, sarebbe a rischio l'intera Brexit: potrebbe essere rinviata o addirittura fermata. Faccio parte del partito conservatore da 40 anni, io vado avanti e cercherò di far approvare l’accordo fino alla fine”.