Lesioni a un occhio per Gabriele Micalizzi

Gabriele sta complessivamente bene, è stato operato per tutta la notte e adesso riposa”. Le prime notizie post-operatorie su Gabriele Micalizzi, il fotoreporter italiano ferito a Deir el-Zor, le fornisce il suo collega Alessandro Sala, riportando di un danneggiamento all'occhio sinistro ma che “è ancora presto per dire se da quell'occhio ha perso o no la visione”. Il reporter ha affermato di aver “parlato con i medici che l'hanno operato, i quali hanno detto che l'occhio destro è invece reattivo”. Sala è il giornalista insieme al quale Micalizzi ha fondato l'agenzia Cesuralab. In mattinata, il giornalista ferito avrebbe parlato al telefono con la sua compagna, chiedendo notizie sulle sue condizioni: Micalizzi è stato operato a Suleimanye, nel Kurdistan iracheno, dove tuttora è ricoverato in un ospedale locale. A quanto pare, le detonazioni degli spari gli avrebbero fatto perdere l'udito dall'orecchio sinistro ma sarebbe comunque una condizione temporanea.

In Italia a breve

Gabriele Micalizzi è rimasto ferito nell'esplosione di un razzo Rpg a Baghuz, che aveva come obiettivo l'edificio nel quale il reporter si trovava assieme a un suo collega brasiliano della Cnn, il primo a soccorrerlo e lui stesso rimasto ferito di striscio alla testa. Inizialmente era stato reso noto il trasferimento di Gabriele presso un ospedale di Baghdad per poi trasportarlo a Roma ma, all'ultimo momento, è stato disposto diversamente a causa di alcune scaglie di ordigno rilevate sotto pelle. A ogni modo, a breve il reporter dovrebbe essere messo su un aereo in direzione della Capitale (probabilmente entro 48 ore).

La carriera

Micalizzi si trovava a Deir el-Zor per uno dei suoi reportage di guerra che lo avevano reso famoso, per documentare l'offensiva anti-Isis delle forze siriane sostenute dagli Stati Uniti, nella zona che è considerata l'ultima roccaforte del sedicente Stato islamico in Siria. I documentari e i reportage di Micalizzi sono stati pubblicati sulle principali tesate internazionali, dal New York Times al Wall Street Journal anche se, oltre ai suoi lavori in zone di guerra (oltre alla Siria, esperienze anche nel Donbass, a Gaza e in Libia), il reporter aveva accumulato esperienze anche in altri ambiti, sempre nel mondo della fotografia, lavorando per alcuni dei maggiori quotidiani nazionali. Su quanto accaduto a Deir el-Zor, la Procura di Roma ha aperto un'inchiesta.