Le forze di Assad: “Liberata la regione di Damasco”

Il regime di Bashar al-Assad è tornato a controllare Damasco e i suoi dintorni. Lo hanno annunciato le forze fedeli al raìs, secondo cui anche l'ultima zona tenute sotto scacco dall'Isis snei pressi della capitale ono “completamente al sicuro”. 

La riconquista

L'evacuazione dei miliziani dell'Isis dal campo di Yarmuk, ultima roccaforte dei combattenti del sedicente Stato islamico nella capitale siriana, ha aperto la strada all'esercito. Unendo la pressione dei raid militari alle uscite negoziate, il regime è riuscito a riconquistare la stragrande maggioranza delle zone sotto il controllo dei ribelli. Dopo aver ripreso il controllo di Ghouta Est, l'esercito siriano, insieme ai miliziani palestinesi alleati, il 19 aprile ha lanciato l'offensiva per riconquistare il campo palestinese di Yarmuk insieme ai sobborghi adiacenti di Qadam, Tadamun e Hajar al-Aswad. “L'evacuazione è finita, dopo che 32 bus hanno portato fuori dalla zona meridionale di Damasco 1.600 persone, compresi miliziani dell'Isis e le loro famiglie”, ha riferito l'Osservatorio siriano per i diritti umani, precisando che le truppe siriane sono entrate a Yarmuk per perlustrare il campo. Potrebbero essere rimaste cellule dormienti dell'Isis e ci vorrà del tempo prima che la zona possa essere ancora considerata sicura.

Iran in campo

Intanto il portavoce del ministero iraniano degli Esteri Bahram Qasemi ha fatto sapere che “i combattenti iraniani presenti in Siria resteranno di stanza nel Paese arabo finché il governo di Damasco avrà bisogno di aiuto e lo richiederà”. Nei giorni scorsi il presidente russo Vladimir Putin, approfittando dell'incontro a Sochi con l'omologo siriano, Bashar al Assad, aveva espresso la “necessità del ritiro di tutte le forze straniere” dalla Siria. Un appello, aveva spiegato l'inviato speciale del presidente russo in Siria Alexander Lavrentiev, riferito a tutte le unità militari straniere di stanza in Siria, tra cui “americani, turchi, Hezbollah e, ovviamente, iraniani”.