La Turchia si muove: prime offensive in Siria
Raid contro i curdi, che denunciano la morte di civili. Altolà dell'Ue: "Non finanzieremo zone di sicurezza"
iniziata l'offensiva turca nel nord della Siria, con azioni repentine appena al di qua del confine, dove le forze curde hanno dato notizia delle prime vittime sotto il fuoco dell'esercito di Ankara. Ad annunciare il via alle operazioni è stato lo stesso presidente turco, Erdogan, che in un post su Twitter ha parlato di una missione per "prevenire la creazione di un corridoio del terrore al confine meridionale del nostro Paese e portare la pace nell'area". In mattinata, quando l'inizio delle manovre turche erano in procinto di partire, il capo della comunicazione della Presidenza di Ankara, Fahrettin Altun, aveva sottolineato che i "militanti delle Ypg hanno due opzioni: defezionare o impediremo loro di interrompere i nostri sforzi anti-Isis".
The Turkish military, together with the Free Syrian Army, will cross the Turkish-Syrian border shortly.
â Fahrettin Altun (@fahrettinaltun) 8 ottobre 2019
YPG militants have two options: They can defect or we will have stop them from disrupting our counter-ISIS efforts.https://t.co/vQByIUQHQB
Altun ha pubblicato sul Washington Post un commento per esprimere il punto di vista del governo di Recep Tayyip Erdogan sull'imminente offensiva oltre confine. "Il mondo deve sostenere il piano della Turchia per la Siria nordorientale", è il titolo dell'editoriale sul quotidiano statunitense. L'esercito turco, però, non ha ancora attraversato il confine, nonostante proseguano le attività di preparazione all'operazione. Ad affermarlo,da Istanbul, il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar.
Una manovra, quella della Turchia, che ha ricevuto l'immediato altolà dell'Europa: "La via militare non porta mai a buoni risultati - ha detto il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, nel suo intervento all’Europarlamento -. Non aspettatevi che l’Ue finanzi una cosiddetta zona sicurezza". Critica anche la posizione del presidente russo, Vladimir Putin, che secondo quanto diramato dal Cremlino in una nota via Interfax, "ha chiesto ai partner turchi di valutare attentamente la situazione per non far saltare gli sforzi congiunti per risolvere la crisi siriana". Anche il presidente iraniano Hassan Rohani si è espresso sulla vicenda, spiegando che le preoccupazioni della Turchia rispetto ai suoi conifni meridionali sono legittime, consigliando però di agire con moderazione ed evitare l'intervento militare in Siria. "Crediamo che occorra seguire un percorso corretto per eliminare queste preoccupazioni - ha detto Rohani, citato dall'agenzia Irna -. Le truppe americane devono lasciare la regione e i curdi in Siria devono sostenere l'esercito siriano (quello di Bashar al Assad, ndr), che dovrebbe prendere il controllo del nord-est del Paese fino al confine turco".
Nel frattempo, l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, citando fonti locali, ha denunciato che la Turchia ha compiuto una serie di raid di artiglieria contro le postazioni curdo-siriane nel nord della Siria, a est e ovest dell'Eufrate. L'Osservatorio precisa che i bombardamenti di artiglieria si sono verificati nella notte nella località di Ayn Issa, lungo il confine tra Turchia e Siria, nella località di Minnagh, tra Aleppo e la frontiera turca.
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