Kavanaugh verso la Corte

Sembra davvero fatta per Brett Kavanaugh: con l'ok dei senatori chiave la sua nomina alla Corte Suprema appare a un passo e, con essa, arriverebbe un nuovo successo per Donald Trump, forse il più importante in vista delle elezioni di medio termine. Fondamentale, in questo senso, l'appoggio della senatrice repubblicana Susan Collins e del democratico Joe Manchin, entrambi schierati con il giudice nonostante le accuse di violenza sessuali mosse contro di lui da Christine Ford (e da altre tre donne). Mancherebbe il voto di Steve Danies, senatore del Montana, il quale ha fatto sapere che voterà subito dopo il matrimonio di sua figlia. A ogni modo, e nonostante mancherebbe ancora anche il via libera della stessa Corte, il più sembra davvero essere fatto per Kavanaugh, nonostante la sua imminente nomina continui a creare malumori e dissensi.

La giornata

Anche oggi è stata una giornata complicata in Senato, con centinaia di dimostranti fuori e dentro l'Hart Senate office building. Dopo i 300 fermi di ieri (tra i quali quelli delle attrici Amy Schumer ed Emily Ratajkowski), la Polizia ha provveduto ad arrestare altre 100 persone durante la manifestazione che ha accompagnato il voto del Senato al quale, una volta aggiuntosi quello di Danies, seguirà il pronunciamento del panel della Corte. Se arrivasse anche questa approvazione, Kavanaugh ne entrerebbe a far parte con una nomina a vita (con conseguente spostamento dell'asse verso l'ala dei conservatori). I legali di Christine Ford, interpellati dalla Cnn, hanno fatto sapere che la loro assistita ritiene di aver fatto la cosa giusta e di non star cercando condanne o l'impeachment. Ha destato qualche stupore il fatto che uno dei voti decisivi sia stato quello di una senatrice, la quale ha spiegato nel corso di un'ora di intervento di credere a Ford ma di credere anche alla presunzione di innocenza di Kavanaugh, visto che l'indagine dell'Fbi non ha aggiunto connotazioni certe alle accuse mosse contro di lui.

Kagan: “Corte mantenga imparzialità”

Nel frattempo, dalla stessa Corte Suprema arriva l'allarme: “La Corte Suprema rischia di perdere la sua legittimità se non viene considerata imparziale”, hanno spiegato i giudici Sonia Sotomaior e Elena Kagan, intervenendo all'università di Princenton a poche ore dal voto per la conferma di Brett Kavanaugh. Secondo le senatrici, “parte della forza della Corte Suprema e della sua legittimità dipende dal fatto che la gente non la vede come vede il resto della struttura governativa del Paese in questo momento. Dal fatto che non la considera politicamente divisa, non la considera un'estensione della politica”. Per questo, spiegano, è necessario che mantenga la sua reputazione “giusta, imparziale, neutrale e non essere semplicemente un'estensione del processo politico polarizzato in cui siamo”.