Israele sospende l'intesa con l'Onu

Israele ha deciso di sospendere l'intesa con l'Alto commissariato Onu per il ricollocamento nei Paesi occidentali dei migranti africani stanziati nello Stato ebraico. 

Annuncio

In nottata Benjamin Netanyahu ha scritto su Facebook di essere sensibile alle reazioni critiche mosse dagli abitanti dei rioni poveri di Tel Aviv dove i migranti sono concentrati. Oggi, ha aggiunto, vi farà un sopralluogo. ''Intanto sospendo la realizzazione dell'accordo'' ha annunciato.

La decisione

All'origine della decisione di Netanyahu, scrive la stampa odierna, vi sono le proteste degli abitanti dei rioni poveri di Tel Aviv – che vorrebbero una espulsione massiccia ed immediata dei migranti – nonché forti critiche all'intesa mosse da esponenti del Likud, il partito di Netanyahu, e dal partito nazionalista Focolare ebraico. Ieri peraltro Paesi indicati da Netanyahu come esempio di una possibile destinazione dei migranti – fra questi Italia e Germania – hanno smentito di aver dato alcun assenso all'intesa fra Israele e l'Alto commissariato dell'Onu.

Destinazione

Tra le destinazioni indicate da Netanyahu c'erano Canada, Germania e Italia. Fonti della Farnesina hanno però precisato che “non c'è alcun accordo con l'Italia nell'ambito del patto bilaterale tra Israele e l'Unhcr per la ricollocazione, in cinque anni, dei migranti che vanno in Israele dall'Africa e che Israele si è impegnata a non respingere“. Da parte sua l'ufficio di presidenza di Netanyahu ha sottolineato che “l'Italia era solo un esempio di un Paese occidentale: il primo ministro non intendeva in modo specifico l'Italia”. Carlotta Sami, portavoce dell'Unhcr, ha spiegato: “Solamente previo accordo con il governo italiano potrebbero arrivare in Italia alcuni rifugiati provenienti da Israele solo a titolo di ricongiungimento familiare con parenti che già vivono qui, si tratta in sostanza di pochissimi e specifici casi”. 

L'intesa

L'intesa riguardava complessivamente 16.250 migranti eritrei e sudanesi, di cui 6.000 nel primo anno. Israele aveva annullato a sorpresa l'espulsione verso il Ruanda di migliaia di migranti eritrei e sudanesi, che doveva iniziare nei prossimi giorni ma che era stata temporaneamente bloccata dalla Corte Suprema.