Intesa Gb-Ue: garanzie sul backstop

Continua a esser messa carne sul fuoco nella questione Brexit: a Strasburgo, infatti, la premier britannica Theresa May ha ottenuto dai vertici dell'Ue alcune modifiche “giuridicamente vincolanti” all'accordo sull'uscita del Regno Unito dall'Unione, ad appena 24 ore dal voto previsto sullo stesso proprio da parte dei parlamentari. Un accordo di modifica che riguarda il contestatissimo punto del backstop per il confine irlandese, con il vicepremier del governo David Lidington ad affermare che l'Unione europea “non può tentare di intrappolare indefinitamente il Regno Unito nel blocco” e che tali modifiche “rafforzano e migliorano” l'accordo di divorzio con Bruxelles. In sostanza, con la variazione dell'accordo la Gran Bretagna non correrà il rischio di restare vincolata a tempo indeterminato dalla clausola del backstop.

Segnali di ottimismo

Un'intesa che permette alla premier di tirare un sospiro di sollievo, dal momento che la questione del backstop irlandese rischiava (in un certo senso rischia ancora) di trasformarsi nel principale deterrente all'approvazione del suo (nuovo) accordo: “Avere una polizza assicurativa per evitare una frontiera fisica in Irlanda è positivo ma il backstop non può diventare un accordo permanente – ha detto Theresa May al termine dell'incontro con il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker -. Servivano cambiamenti legislativi che oggi sono stati concordati. C'è un impegno giuridico a lavorare immediatamente per sostiture al backstop accordi alternative entro dicembre 2020″. Come riferito invece ancora da Lidington, tale “strumento legalmente condiviso” potrebbe addirittura essere usato per avviare una “disputa formale” contro l'Unione qualora tentasse di tenere il Regno Unito legato nel backstop indefinitamente: “L'Assemblea è stata chiara sulla necessità di apportare modifiche giuridicamente vincolanti al backstop: oggi abbiamo assicurato questi cambiamenti. Ora è il momento di riunirsi, per sostenere questo accordo di Brexit migliorato e fornire istruzioni per il popolo britannico”.

Avvertimenti e critiche

Decisamente meno ottimista il commento di Juncker, secondo il quale quella concordata è una “seconda possibilità, non ce ne sarà una terza”. Il che significa che qualora la Camera dei Comuni dovesse repingere l'intesa, da parte dell'Unione europea non ci saranno ulteriori aperture né disponibilità: “In politica ci sono seconde chance. Ma non ci sarà una terza chance. Non ci saranno ulteriori interpretazioni delle interpretazioni o ulteriori assicurazioni sulle rassicurazioni, nel caso in cui il voto significativo di domani fallisse. Dobbiamo essere chiari sulle scelte: questo è l'accordo o la Brexit potrebbe non accadere del tutto”. Scettico anche il leader laburista Jeremy Corbyn: “L'accordo di stasera con la Commissione europea non contiene nulla che si avvicini ai cambiamenti che Theresa May ha promesso al Parlamento e per cui ha esortato i suoi parlamentari a votare a favore”. La palla ora passa davvero ai Comuni.