Impeachment, la marcia di Trump verso il Senato

L'intesa sui dazi lo aveva fatto passare quasi in secondo piano, ma è innegabile che la questione impeachment rivesta un ruolo di assoluto rilievo nell'economia della presidenza americana. E non solo perché Donald Trump è il terzo presidente sue 45 a incappare nel processo ma anche perché il dibattimento in Senato arriva in un momento particolarmente intenso per il Tycoon, reduce da un buon accordo commerciale con la Cina e attivo a tutto campo sulla questione Medio Oriente, tra intemperanze iraniane (mitigate dal disastro del Boeing ucraino che sembra aver improvvisamente portato disordini in una piazza finora concorde nel contestare gli americani) e la questione militari che rischia di minare ulteriormente la coalizione anti-Isis in Iraq. Il procedimento in Senato, per il quale sono stati già consegnati gli articoli contestati al presidente, verrà avviato solo dopo che la Camera Alta li avrà accettati formalmente. Il processo in sé inizierà martedì, dopo che sarà avvenuto il giuramento del capo della Corte suprema, John Roberts, e quello dei senatori giurati. Non un passaggio di consegne quindi, ma una vera e propria macchina formale, messa in moto per la sola presa visione e accettazione degli articoli, a sottolineare come, al di là dei pronostici, un processo di impeachment rappresenti comunque una questione capitale per la giustizia degli Stati Uniti.

Verso il processo

Di sicuro, al processo per impeachment Trump ci arriva con una posizione sostanzialmente di forza, visto il risultato ottenuto con i cinesi e, nondimeno, per la maggioranza che i repubblicani detengono al Senato, che rende estremamente improbabile un riconoscimento totale delle accuse (e quindi le dimissioni) al presidente. Non è mai successo nelle precedenti occasioni, né ad Andrews Johnson e nemmeno a Bill Clinton, sempre scartando Richard Nixon che, per lo scandalo Watergate, vi sarebbe quasi certamente incorso, dimettendosi però prima del processo. Al momento, contro il presidente degli Stati Uniti pendono le accuse di abuso di potere e di ostacolo al Congresso in merito alla vicenda delle indagini chieste a Zelenskij su Joe Biden e suo figlio Hunter in cambio di aiuti militari. E la sua eclatante azione politica delle ultime settimane, tra Medio Oriente e Cina, corrisponderebbe secondo i media americani (Cnn in testa) al desiderio di dimostrare che, nonostante tutto, alla Casa Bianca si continua a lavorare, continuando a bollare come “bufala” il processo chiesto a pieni polmoni dai democratici, in maggioranza fra i Rappresentanti.