Il mondo si muove per salvare Noura Hussein

Il mondo si muove per Noura Hussein, la 19enne del Sudan condannata a morte giovedì scorso per aver ucciso il marito che le era stato imposto dalla famiglia mentre stava cercando di violentarla. La giovane si era sposta a 16 anni con un cugino di secondo grado molto più grande di lei. Scappata di casa, dopo 3 anni era stata nuovamente obbligata a vivere con lui

Il caso

Noura rischia l'impiccagione ma il suo caso ha riacceso i riflettori sul dramma delle spose-bambine nel Paese africano. In sua difesa si sono mosse diverse organizzazioni, tra cui Amnesty International ed Equality Now, che ne chiedono la liberazione. Su change.org è stata lanciata anche una petizione che ha già raccolto quasi 100 mila firme. Gli avvocati della giovane hanno due settimane di tempo per fare ricorso contro la codanna a morte, ma la famiglia del marito ha già fatto sapere che non accetterà un indennizzo in cambio della commutazione della pena.”E' stato un momento sconvolgente quando il giudice mi ha condannata per omicidio, sapevo che sarei stata giustiziata e che i miei sogni sarebbero rimasti incompiuti”, ha raccontato Noura, ora rinchiusa nel carcere di Omdurman, ai suoi sostenitori, secondo quanto riporta il Guardian

Verso il patibolo

Noura voleva fare la maestra ma a 16 anni i suoi genitori l'hanno costretta al matrimonio. Per mettersi in salvo si era rifugiata a casa di una zia. Tre anni dopo, i genitori l'hanno riportata indietro con l'inganno e l'hanno di nuovo consegnata al marito padrone. Dopo sei giorni di violenze e abusi lei, per non subire altro, lo ha accoltellato a morte ed è fuggita dai suoi genitori che l'hanno poi consegnata alla polizia, rinnegandola e rifiutandosi di prendere le sue difese. Alla lettura della sentenza anche il giudice – racconta un testimone su Twitter – aveva chiesto la famiglia dell'uomo di perdonare Noura, ma i parenti hanno rifiutato e hanno preteso che la condanna venga eseguita.