Il G5 chiede all'Onu un “mandato rafforzato”

Maman Sambo Sidikou, segretario permanente del G-5 du Sahel, ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite “un mandato rafforzato” per il contingente militare dell'organizzazione, che riunisce Burkina Faso, Mali, Mauritania, Niger e Ciad, ma ha incontrato il rifiuto degli Stati Uniti.

Sicurezza a rischio

“Siamo ancora lontani dall'aver raggiunto una buona velocità di crociera nell'implementazione concreta della nostra risposta alla crisi di sicurezza che minaccia di destabilizzare totalmente il Sahel e i suoi dintorni”, ha detto il diplomatico nigerino. “Anche se oltre l'80% della nostra forza è già stato schierato presso la nostra sede di Sevare e nelle tre aree operative, resta il fatto che le nostre truppe sono ancora generalmente poco attrezzate, sia in termini di basi militari che globalmente, visto che manca la logistica necessaria per un intervento efficace”.

La forza congiunta

Istituita all'inizio del 2017, la forza congiunta dell'organizzazione regionale mira a combattere i gruppi jihadisti che infuriano nella regione del Sahel. Composta da soldati provenienti dai cinque Paesi membri, questa unità ha effettuato una prima operazione “esplorativa” a novembre e raggiungerà i 5mila effettivi entro giugno di quest'anno.

Usa contrari

Sidikou ha chiesto all'Onu di fornire un “contributo a un livello più appropriato“, rispetto all'attuale supporto logistico fornito dalla sua forza di forze di pace schierata in Mali, che rimane troppo limitato. Questo sostegno dovrebbe passare per ulteriori “contributi obbligatori” dei membri delle Nazioni Unite. Gli Stati Uniti però osteggiano un maggiore coinvolgimento delle Nazioni Unite in Sahel.