Hu Sen, signore della Cambogia

Sono 125 i seggi del Parlamento cambogiano che potrebbero essere assegnati al partito del premier Hu Sen, uomo forte del Paese. Lo ha detto Sok Eysan, portavoce del Partito popolare di Cambogia (Cpp). Se il risultato verrà confermato ufficialmente, la Cambogia si trasformerà in uno Stato monopartitico. Il Cpp “prenderà tutti i seggi in palio nel Paese”, ha annunciato Sok Eysan, parlando di “vittoria schiacciante” dopo l'analisi dei risultati preliminari. I risultati definitivi sono attesi per il 15 agosto. 

Proteste

Il voto di ieri ha prolungato ulteriormente i 33 anni di potere di Hu Sen, ma gli osservatori hanno sollevato una questione di legittimità, mentre aumenta la frustrazione nel Paese per la mancanza di cambiamento. L'unico reale partito di opposizione, il Partito di soccorso nazionale della Cambogia (Cnrp) – chiuso per ordine dei giudici prima delle elezioni – ha parlato di “morte della democrazia” e di un “nuovo giorno nero” nella storia del Paese. 

Boom di affluenza

Nonostante l'appello dei detrattori del premier a boicottare le urne, l'affluenza al voto è stata dell'82%, ma gli esperti spiegano che questi risultati sono comuni, quando vi è un governo autoritario e vige la pratica delle intimidazioni nei confronti degli elettori.  Il leader del Cnrp, Sam Rainsy, in autoesilio in Francia, ha fatto appello per proteste pacifiche contro il risultato del voto, definendolo “vergognoso”. 

Critiche

Anche Ue e Usa, hanno condannato le elezioni. Per la Casa non sono state “né libere, né corrette e non hanno rappresentato la volontà della popolazione”. Gli Stati Uniti, inoltre, hanno fatto sapere che valuteranno “ulteriori misure per rispondere alle elezioni e ai recenti passi indietro in termini di democrazia e diritti umani in Cambogia, inclusa una significativa espansione delle restrizioni ai visti”. Per l'Ue, invece, “la mancanza di una reale competizione elettorale e l'assenza di un processo politico inclusivo significano che le elezioni del 29 luglio non sono rappresentative della volontà democratica dell'elettorato cambogiano e quindi il loro esito manca di credibilità”.