Hong Kong in strada, comizi e lacrimogeni

Tornano in piazza i manifestanti di Hong Kong, respinti nella zona di Victoria Park da un cordone di Forze dell'ordine che, per evitare la formazione di barricate in Causeway Road, hanno disperso la folla utilizzando dei lacrimogeni. Ancora una volta, sono state centinaia le persone che hanno sfidato l'aut aut (l'ennesimo) del governo centrale cinese, arrivato durante il Comitato centrale del partito in cui, nuovamente, era stata ribadita l'appartenenza di Hong Kong alla Cina, ribadendo che la volontà di Pechino è “difendere la sovranità e la sicurezza nazionale” salvaguardando la città nella sua “prosperità e la stabilità”. In sostanza, i manifestanti hanno risposto alla Cina che, nell'ambito della stessa riunione, aveva confermato la volontà di non concedere terreno sulle rimostranze dei cittadini del Porto profumato, specificando che fra gli obiettivi restano il “migliorare il sistema legale e la sua applicazione per difendere la sicurezza nazionale” e “rafforzare l’educazione”. Uno scopo, quest'ultimo, che mira a formare “un senso più forte di identità nazionale“.

Migliorare la sicurezza

Il messaggio non è arrivato come nelle intenzioni visto che, a nemmeno 24 ore dal Comitato, i giovani di Hong Kong sono scesi nuovamente in strada per protestare contro l'autorità cinese e quella cittadina guidata da Carrie Lam, nell'ambito di un malcontento che, ormai, è andato ben oltre le proteste sull'Extradition bill. Anche il vertice cinese, in modo implicito, ha auspicato per Hong Kong un nuovo governo, annunciando di voler migliorare la selezione del governatore sia per la città che per Macao. Un punto, almeno questo, a grandi linee condiviso dalla popolazione, che ha più volte criticato Carrie Lam ma che, allo stesso modo, ha mostrato tutto il suo dissenso nei confronti di un governatorato posto di fatto sotto il quasi totale controllo dell'autorità centrale, concetto peraltro ribadito nel corso del Comitato, in cui ha reso nota la necessità di “migliorare il sistema legale della città a tutela della sicurezza nazionale”. Nel frattempo, i dimostranti hanno organizzato in Victoria Park alcuni eventi di candidati pro-democrazia, in vista delle elezioni distrettuali previste per il prossimo 24 novembre, in realtà il vero fulcro della giornata di protesta.