Hong Kong: è libero il leader degli ombrelli

Joshua Wong è libero. Lo studente leader del “movimento degli ombrelli” che per 79 giorni bloccò il centro di Kong Kong con una protesta pro-democrazia inzieme a migliaia di altri giovani, è stato scarcerato dopo aver scontato la condanna a due mesi di reclusione inflittagli per il ruolo avuto nelle manifestazioni del 2014. Wong, sorridente, in camicia bianca e con alcune buste piene di effetti personali, è stato accolto fuori dal carcere di Lai Chi Kok da una folta delegazione composta da media e attivisti,  secondo le immagini diffuse dai media locali. Non è la prima volta cge Wong, appena 18enne all'inizio delle manifestazioni, fininsce in manette per l'operato e il ruolo centrale avuto durante il periodo di “Occupy”: era già accaduto nel novembre del '14

Manifestazione

Intanto ieri quasi 2 milioni di manifestanti (338 mila secondo stime della polizia) sono scesi in piazza a Hong Kong per nuove proteste nella seconda domenica di marcia contro la nuova legge sull'estradizione. La sospensione della legge non ha convinto i manifestanti, così come le scuse pubbliche la leader dell'esecutivo di Hong Kong, Carrie Lam. “La capo esecutivo ha ammesso che i difetti del lavoro del governo hanno portato a controversie sostanziali e a dispute nella società, provocando delusione e pene tra la gente”, si legge in una nota diffusa sabato sera dall'amministrazione di Hong Kong. Carrie Lam “si scusa per questo e si impegna ad adottare il piu' sincero e umile atteggiamento per accettare le critiche e migliorare nel servire il pubblico”. Le scuse non sono bastate ai suoi oppositori che ieri hanno sfilato per le strade, in gran parte vestiti di nero, e la crisi politica nella Regione Amministrativa Speciale appare ormai inevitabile. 

Estradizioni

La proposta di riformare la legge era nata da un fatto di cronaca riguardante un omicidio avvenuto all'estero. In merito, Taiwan ha dichiarato che non intende chiedere l'estradizione per il giovane accusato di avere ucciso la fidanzata incinta lo scorso anno a Taipei, prima di tornare a Hong Kong. Ma, fuori dal caso isolato, gli emendamenti avrebbero previsto la possibilità di consegnare i ricercati anche ad altri Paesi, come la Cina, destando forti dubbi e paure sullo stato di diritto nella Regione Amministrativa Speciale cinese e facendo di fatto scattare la protesta.