Hariri: “Sto bene, tornerò a Beirut”

Saad Hariri, premier libanese dimissionario, ha ribadito di stare “bene” e di voler rientrare nel suo Paese. Affidandosi a twitter il primo ministro di Beirut ha scritto: “Voglio ripetere e ribadire che sto bene, molto bene, e che se Dio vuole tornerò nel caro Libano come vi ho promesso. Vedrete!”.

Hariri, da 12 giorni fermo in Arabia Saudita da cui ha annunciato le dimissioni a sorpresa, nelle scorse ore aveva spiegato di non essere prigioniero nel regno del Golfo e che tornerà a Beirut quanto prima. Il presidente della Repubblica libanese Michel Aoun, tuttavia, ha detto che “il Libano considera Hariri detenuto in Arabia Saudita” e che “nulla giustifica il suo mancato ritorno a Beirut dopo 12 giorni”.

Nei giorni scorsi Aoun aveva già espresso dubbi sulla permanenza di Hariri a Riad, ma è la prima volta che accusa esplicitamente il regno saudita di trattenerlo contro la sua volontà.In una dichiarazione pubblicata dall'agenzia libanese Nna, il presidente Aoun ha invitato i cittadini a “non avere paura, né per la situazione finanziaria né per la sicurezza”, perché “il Paese è sicuro e i mercati finanziari funzionano normalmente”. Quanto a Hariri, Aoun ha affermato: “Non è possibile decidere su dimissioni che sono state presentate dall'estero. Che ritorni in Libano o per presentare le dimissioni o per ritirarle, o magari per discutere le sue ragioni”. “Non possiamo più aspettare e perdere tempo, gli affari di Stato non possono essere sospesi”, ha concluso il presidente della Repubblica.

Sul caso è intervenuto anche il ministro italiano degli Esteri, Angelino Alfano, ribadendo “la ferma condanna di qualsiasi limitazione della libertà di Hariri. Dopo un incontro con il collega libanese Gebril Bassil, il titolare della Farnesina ha ricordato anche che “l'Italia è associata a un gruppo di sostegno internazionale per il supporto della sovranità libanese e per un rispetto ordinato del funzionamento delle istituzioni democratiche libanesi”.