Guaidò scrive a Salvini e Di Maio

Continua a far discutere la posizione dell'Italia nei confronti dell'autoproclamata presidenza di Juan Guaidò in Venezuela, con il governo che aveva deciso di non schierarsi al fianco dell'Unione (compresi i principali Paesi) nel riconoscere il giovane leader dell'Assemblea nazionale di Caracas come presidente del Paese. Stavolta, a decidere di muoversi è stato lo stesso Guaidò, intenzionato a chiedere un incontro con Roma “nel più breve tempo possibile con la nostra delegazione, finalizzato ad uno scambio di opinioni sulla decisiva transizione che stiamo vivendo in Venezuela. In particolare vorremmo poterle rappresentare la necessità che in Venezuela si possa giungere in tempi rapidi, e grazie al sostegno della Comunità internazionale, a libere elezioni democratiche”. Un appello che arriva all'indomani dello stop imposto dall'Italia all'Unione sulla dichiarazione unanime di riconoscenza del leader come presidente nel periodo di transizione.

Guaidò: “Una delegazione in Italia”

Guaidò ha parlato di Salvini con “i più profondi sentimenti di riconoscenza per la costante vicinanza dimostrata al nostro amato Venezuela” e, per questo, con gli “auspici di massima e proficua collaborazione a nome del popolo venezuelano” richiede di incontrare lui e il collega vicepremier, Di Maio. Questo, ha spiegato, alla luce del “complesso periodo storico che il Venezuela sta attraversando” e che “pone ciascuno di noi dinanzi a grandi speranze che leggiamo negli occhi dei nostri concittadini. Ciò comporta grandi responsabilità sia al cospetto della nostra Patria, sia nei confronti della Comunità Internazionale tutta”. Per queste ragioni Guaidò ha deciso di fare la prima mossa, appellandosi all'imoprtanza e all'utlità del fatto che venga inviata in Italia “una delegazione ufficiale, guidata dal presidente della Commissione esteri dell'Assemblea nazionale Francisco Sucre e dal nostro Rappresentante europeo per gli Aiuti Umanitari Rodrigo Diamanti, con la finalità di illustrarle Il piano di azione per il ripristino della democrazia in Venezuela mediante l'indizione di elezioni libere e trasparenti e risolvere l'attuale crisi umanitaria che sta colpendo tutti i venezuelani e più di 100 mila italiani che vivono in Venezuela”.

Su quello che tale delegazione intende portare, Guaidò specifica che sarà necessario “rappresentare la necessità che in Venezuela si possa giungere in tempi rapidi, e grazie al sostegno della Comunità internazionale, a libere elezioni democratiche”.