Firmato l'accordo: GroKo operativa

Parte ufficialmente la seconda esperienza della Grosse Koalition (GroKo) in Germania. I rappresentanti di Cdu, Csu e Spd hanno, infatti, firmato il patto che dà il via libera al governo di larghe intese all'esito di 6 mesi di trattative. 

Ottimismo

“Abbiamo molto lavoro davanti a noi”, ha avvertito la cancelliera cristiano-democratica Angela Merkel, nella conferenza stampa congiunta con il presidente facente funzioni dei socialdemocratici, Olaf Scholz, e il leader cristiano-sociale, Horst Seehoferi. Merkel si è detta “ottimista” sul successo del quarto esecutivo sotto la sua guida. Scholz, futuro ministro delle Finanze, ha assicurato che l'accordo di coalizione “farà avanzare il nostro Paese, la società e l'Europa”. Entrambi si sono impegnati a lavorare “per un'Europa unita” e, in particolare, per la “stabilizzazione dell'area euro”. Tutti hanno rinnovato la promessa di prosperità: “Il benessere deve raggiungere tutti”, ha sottolineato Merkel. Seehofer ha parlato di un governo fatto “per la piccola gente“.
“Siamo impegnati nell'obiettivo di dare un nuovo impulso verso l'Europa” con la “stabilizzazione della moneta unica” e della zona euro, ha detto la Merkel, che ha auspicato che si arrivi all'unione bancaria e ha confermato la validità del patto europeo di stabilità e di crescita. “Dobbiamo prendere il futuro dell'Europa nelle nostre mani”, ha aggiunto Scholz.

Stabilità

Il GroKo incoraggerà gli investimenti dell'Ue e la cancelliera ha ricordato di esserne da tempo una sostenitrice, purché si individui una chiara definizione delle priorità. In questo contesto Merkel si è impegnata a combattere la disoccupazione giovanile e ha sottolineato l'importanza per l'Ue di fare passi in avanti per soluzioni comuni al problema dell'immigrazione.  La cancelliera, il cui governo nella scorsa legislatura, ha ricevuto oltre 1,3 milione di richiedenti asilo, ha elogiato la libera circolazione delle persone, ma ha sottolineato la necessità di rafforzare il controllo delle frontiere esterne dell'Unione e di concordare una politica di sviluppo volta a combattere all'origine le cause delle migrazioni. Molti dei grandi problemi dell'umanità, dai cambiamenti climatici alla gestione dei flussi di rifugiati, non possono essere risolti da un solo Paese, ha avvertito la Merkel, difendendo la necessità di un'Europa che “condivida valori e agisca unita verso l'esterno” “in aree come la politica di difesa”. I tre leader si sono impegnati a una politica di maggiore integrazione, una concessione alle politica delle “porte aperte” del governo antecedente, assicurando però più sicurezza sociale.