Facebook nel ciclone: dimesso il capo della sicurezza

Colata a picco in borsa per Facebook, alle prese con lo scandalo dei profili rubati dalla società Cambridge Analytica e, ora, anche le dimissioni del capo della sicurezza, Alex Stamos, prima figura eccellente a cadere dallo staff del social network. Una mossa che l'ormai ex security chief ha motivato con “disaccordi interni” sul come affrontare la vicenda e sul modo in cui i vertici dell'azienda hanno gestito la questione fake news. Un terremoto decisamente prevedibile dopo il polverone sollevato dall'inchiesta del 'New York Times' e del 'Guardian', nella quale si parlava di come i profili di 50 milioni di elettori americani siano stati impiegati dalla C.A. per fini elettorali nel corso della campagna per le presidenziali di Donald Trump e del referendum per la Brexit, per il quale la società prestava allora servizio.  E lo strascico dell'indagine potrebbe a questo punto arrivare a coinvolgere anche il creatore di Facebook, Mark Zuckerberg.

Stamos e Zuckerberg

Secondo quanto riferito dal Nyt, Stamos avrebbe polemizzato con il dg Sheryl Sandberg, accusando di non aver mostrato la giusta trasparenza nello svelare l'attività di disinformazione operata dalla Russia sulla piattaforma. Con le sue dimissioni, Stamos inaugura quella che è probabilmente la stagione più difficile vissuta finora dal gigante del mondo social e che sta pian piano risalendo fino ai vertici dell'azienda: nel mirino della senatrice democratica del Minnesota, Amy Kloubchar, sarebbe finito lo stesso Zuckerberg, per il quale la dem ha richiesto un colloquio in Commissione Giustizia del Senato, per illustrare dettagli sulla consapevolezza di Facebook rispetto all'acquisizione dei profili da parte di Cambridge Analytica. Qualche giorno fa, l'azienda aveva provato a correre ai ripari chiudendo i rapporti con la società e con i due responsabili che avrebbero curato la raccolta dei dati per fini elettorali, violando così accordi e regolamento.

Le indagini

Nel frattempo, anche la Commissione europea ha iniziato a muoversi e, a breve, potrebbe arrivare un'inchiesta del Parlamento europeo sulla vicenda che ha visto coinvolti Facebook e la società britannica. Nel Regno Unito l'indagine è già stata avviata, guidata dal conservatore Damian Collins, nell'ambito della quale si potrebbe a breve procedere con la perquisizione della sede di Cambridge Analytica, accusata di aver mostrato scarsa collaborazione: l'intento degli inquirenti sarebbe esaminare a fondo i server della società. Intanto, il crollo vertiginoso di Facebook a Wall Street ha toccato vertici che non si vedavano da ormai 4 anni: – 6,8% in chiusura di seduta, un risultato negativo tale da aver creato ripercussioni su praticamente tutto il settore tecmologico.