Esecuzione capitale in Texas, è la ventiduesima da inizio anno

Il boia torna a colpire in Texas, dove è stata portata a termine l'esecuzione di Travis Runnels, il 46enne accusato di aver ucciso un suo sorvegliante carcerario nel 2003. Runnels è stato ucciso con un'iniezione letale dopo che la Corte Suprema ha respinto l'appello presentato in extremis dai suoi legali, secondo i quali uno dei testimoni nel processo del 2005 ha dichiarato il falso. Ma i funzionari del Texas e della contea di Potter hanno sostenuto che il crimine di Runnels e i suoi assalti alle guardie fatti nei mesi successivi sono più che sufficienti alla giuria per decidere che era una minaccia futura, indipendentemente dalla testimonianza falsa.

L'omicidio

Non vi erano dubbi sulla colpevolezza di Runnels nell'omicidio di Stanley Wiley del 2003, un supervisore della fabbrica di stivali della Clement Unit, dove Runnels lavorava mentre scontava una condanna a 70 anni di reclusione per rapina aggravata. Il 46enne si è dichiarato colpevole al processo, nonostante sapesse che rischiava la pena capitale. Ieri sera alle 19:04 (ora locale) gli è stat iniettata una dose letale di pentobarbital mentre giaceva su una barella ed è stato dichiarato morto 22 minuti dopo. Aveva tre amici in piedi in una sala di osservazione adiacente e la sorella e il cognato dell'impiegato della prigione che aveva ucciso in un'altra stanza. Non ha rilasciato nessuna dichiarazioni finale, secondo un portavoce della prigione. Con Runnels salgono a 22 le esecuzioni a morte condotte negli Stati Uniti dall'inizio dell'anno, di cui nove in Texas.